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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Il reportage con gli occhi da turista della lettrice che ama Como: uno schiaffo che fa bene

E' molto facile dire che Como è bella. Lo è, per molti aspetti. A sostegno, un dato empirico vissuto personalmente: a metà settimana, nel corso di una visita ai cantieri in corso a Villa Olmo per il progetto di maxi-ristrutturazione, non è stato...

E' molto facile dire che Como è bella. Lo è, per molti aspetti. A sostegno, un dato empirico vissuto personalmente: a metà settimana, nel corso di una visita ai cantieri in corso a Villa Olmo per il progetto di maxi-ristrutturazione, non è stato difficile restare a bocca aperta nel parco, in una giornata di sole, vedendo il profilo del Duomo, del Tempio Voltiano, del Monumento ai Caduti riflessi nel lago. Tutto meraviglioso, unico, non c'è dubbio.

Però, c'è un però. Tanta bellezza - ah, a proposito: forse un po' troppo spesso raccontata in maniera cieca, fideistica, senza il beneficio del dubbio che Como sia uno dei tanti posti belli del mondo, non l'unico - si diceva, tanta bellezza rischia di produrre una dogmatica assuefazione. Rischia di portare a credere che questa fortunatissima città sia bella a prescindere. Anzi, che possa addirittura fare a meno della cura della sua stessa magnificenza paesaggistica e architettonica.

Ebbene, oggi una lettrice ci invita a fare una salutare doccetta fresca.

Il vero e proprio reportage che ci invia Giovanna Tagliabue, circoscritto a uno dei maggiori vanti dei comaschi, ossia l'area attorno alla cosiddetta cittadella razionalista e i suoi dintorni ha il sapore di un "gradito" schiaffo. Innanzitutto perché l'autrice compie un'operazione non facile: estraniarsi per qualche minuto dal dogmatismo del residente che vede tutto bello al di là di ogni ragionevole dubbio; e poi perché suggerisce a tutti noi - e specialmente ai cantori acritici - di provare per un attimo a vedere (non solo guardare: vedere) questo "pezzo nobile e malandanto" di capoluogo con gli occhi, o almeno com gli occhiali, di un turista. Cioè di qualcuno che - in genere - arriva spinto dal richiamo della bellezza ma raramente considera questo elemento acquisito: vuole vederla davvero la bellezza raccontata da amici, giornali e siti; vuole scoprirla nei fatti, confermarla, toccarla con mano. E se guardate queste foto - che nascono dall'amore profondo per Como della nostra lettrice e non da altro, capirete, capiremo, che forse continuare a dirci e a dire che la città di Volta e del lago famoso nel mondo sono i luoghi più belli del mondo perché "è così, punto", davvero non regge più. Di seguito, il testo della mail a corredo della fotogallery che potete scorrere in basso. "Ciao Emanuele, ecco qualche foto che ho scattato oggi (19 febbraio, ndr) mentre da casa andavo a Villa Olmo. Ho cercato di guardare la città con gli occhi di un turista e non con quelli di una cittadina che passa di lì 2 volte al giorno e ormai non fa più caso a niente.

Metti un turista che arrivi a Como attirato dal vicino Expo, dal (forse) monumento di Libeskind o più semplicemente dalle bellezze del lago come avviene senza tanto clamore da qualche centinaio d'anni. Metti che scenda dal pullman allo stadio, come fanno quotidianamente decine di turisti come lui, e che decida di incamminarsi verso Villa Olmo per godersi l'unico tratto di lago senza cantieri. Prima di approdare alle bellezze della passeggiata pedonale ecco cosa vedrebbe. E pensare che basterebbe un po' di asfalto per i marciapiedi, un imbianchino un po' alto (!) o quantomeno munito di scala per i muri dello stadio, un accordo con l'Aeroclub o con il bar per la manutenzione di aiuola e fioriere (o magari togliere queste ultime?) in cambio, che so, di uno sconto sull'occupazione del suolo pubblico: sognare non costa niente".

Giovanna

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