rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Grandate / Via Papa Giovanni XXIII, 3

Abusi insabbiati in Vaticano: don Pandolfi torna a strigliare la Chiesa di Como

Il parroco di Grandate chiede chiarezza e attenzione alle vittime

Non si placa l'eco delle polemiche sulle rivelazioni di presunti abusi sessuali in Vaticano denunciati dalla trasmissione televisiva Le Iene: il caso, che vede coinvolto anche un sacerdote della diocesi di Como, ha visto il coinvolgimento anche dell'ex vescovo Diego Coletti, accusato di aver insabbiato l'accaduto. 
Proprio in seguito a quei servivi televisivi, la Santa Sede ha avviato un'indagine e l'attuale vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, aveva invitato a non emettere giudizi affrettati prima di una sentenza definitiva.
Lunedì 11 dicembre 2017 il parroco di Grandate, don Roberto Pandolfi, è tornato a parlarne dal sito della parrocchia: già per due volte, nei giorni immediatamente successivi ai servizi shock, don Pandolfi aveva fatto sentire la propria voce, chiedendo chiarezza e trasparenza da parte dei vertici ecclesiastici e pregando per i "poveri ministri" della Chiesa di Como. 
Le parole del parroco di Grandate hanno un peso particolare se si considera che proprio lui era il prete della parrocchia di San Giuliano a Como nel 2012 quando esplose lo scandalo degli abusi sessuali commessi dal suo predecessore Marco Mangiacasale. Don Pandolfi fu chiamato a gestire lo scandalo che, suo malgrado, travolse la sua parrocchia.

"Abusi"


Nella nuova riflessione intitolata proprio "Abusi" e pubblicata sul sito della parrocchia grandatese, il sacerdote questa volta utilizza parole non sue, ma di padre Hans Zollner, gesuita, docente di psicologia alla Pontificia Università Gregoriana, psicoterapeuta che da anni si occupa delle problematiche relative agli abusi sessuali nella Chiesa Cattolica.
Un testo "duro" nei confronti delle gerarchie ecclesiastiche tanto quanto quelli fin qui pubblicati da don Pandolfi.

Non di rado coloro che hanno dovuto subire sofferenze indicibili a opera di rappresentanti della Chiesa e denunciano il fatto e vogliono essere ascoltati vengono respinti o si rimprovera loro di essere dei sobillatori che farebbero meglio a tacere. Anche in questo caso diventa molto grave il pericolo di trauma spirituale, accanto a quello fisico e psichico. La portata di tutto questo sembra non essere chiara a molti nella Chiesa, anche a coloro che vi occupano posti di responsabilità…Non meraviglia perciò che le vittime considerino la Chiesa, nella sua reazione alla denuncia di un abuso, più come un’istituzione preoccupata di se stessa che non come una madre amorevole…

Queste sono alcune delle parole riportate da don Pandolfi, che prosegue citando sempre la riflessione di padre Zollner:

Si vogliono risolvere le cose “all’interno”, escludendo la dimensione pubblica, perchè si teme per la propria reputazione o per quella dell’istituzione. Si dimentica così sia la sofferenza delle vittime (che devono essere tenute in silenzio) sia una legge dei mass media che afferma: ” Prima o poi le cose si vengono a sapere. Prendi tu l’iniziativa, riconosci l’errore, scusati onestamente e sarai creduto”. Spesso qui entra in gioco anche un’interpretazione unilaterale del legame speciale e della responsabilità che unisce il vescovo ai suoi sacerdoti. Da un lato, non si considera che la “cura paterna” non implica soltanto perdono e misericordia, ma anche una giusta punizione. Dall’altro, interviene quello spirito di corpo a causa del quale i vescovi pensano anzitutto a proteggere la “propria” parte e non il bene dei deboli e dei bisognosi. Accenniamo solo marginalmente al fatto che molti autori di abusi sono assai abili a cavarsela e anche a manipolare i propri superiori; e che questi sono troppo inclini a credere a ciò che si promette loro (“non lo farò mai più”) e usano quindi una falsa misericordia verso i colpevoli. Seguendo una logica ritenuta valida, non ci si procura aiuto competente dall’esterno, ma si ritiene di poter risolvere le cose con mezzi e strategie proprie.

Padre Zollner conclude con un monito sinistro: 

La lotta contro gli abusi sessuali durerà ancora a lungo… Essa implica una conversione radicale e un atteggiamento deciso per rendere giustizia alle vittime e per la prevenzione totale. 

La riflessione di Don Pandolfi arriva alla fine, nuova stilettata venata di amara ironia a chi siede nei posti più alti della Chiesa: 

Queste parole non sono di qualche prete “divisivo”, non allineato, egocentrico e refrattario alla più sana disciplina ecclesiastica, come il sottoscritto. E nemmeno di un torvo e arrabbiato laicista, pronto solo a vedere solo i difetti della Chiesa e non i pregi. Sono di padre Hans Zollner, gesuita, docente di psicologia alla Pontificia Università Gregoriana, psicoterapeuta che da anni si occupa delle problematiche relative agli abusi sessuali nella Chiesa Cattolica. E non sono state scritte in qualche sito internet sovversivo, come quello della Parrocchia di Grandate, e nemmeno su qualche rotocalco scandalistico disposto ad affrontare morbosamente certi temi per vendere qualche copia in più, bensì sul numero del novembre 2017 de “La civiltà cattolica”, prestigiosa rivista dei Gesuiti, sempre in linea con il pensiero dei Pontefici regnanti. Non faccio commenti. Lascio a ognuno trarre le proprie conclusioni. Anche riguardo a situazioni molto recenti e molto vicine a noi.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Abusi insabbiati in Vaticano: don Pandolfi torna a strigliare la Chiesa di Como

QuiComo è in caricamento