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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Mi ha detto scemo?". Battibecco Rapinese-Spallino in consiglio comunale

Il momento del battibecco Nervi tesi, ieri sera, durante il consiglio comunale tra il capogruppo di Adesso Como, Alessandro Rapinese, e l'assessore all'Urbanistica, Lorenzo Spallino. La seduta viaggiava verso le battute conclusive e in...

Il momento del battibecco

Nervi tesi, ieri sera, durante il consiglio comunale tra il capogruppo di Adesso Como, Alessandro Rapinese, e l'assessore all'Urbanistica, Lorenzo Spallino. La seduta viaggiava verso le battute conclusive e in discussione era proprio un'interrogazione presentata dal consigliere sul tema Ticosa. In particolare, Rapinese nel documento chiedeva se l'amministrazione avesse calcolato il possibile impatto economico per le casse pubbliche nel caso in cui il procedimento che oppone Comune e Multi al Consiglio di Stato pendesse a favore dei privati.

ticosa-22apr15Dopo una breve illustrazione da parte del proponente, Spallino ha risposto dal banco della giunta. E, nella sostanza, ha affermato che a Rapinese sarebbe bastato un semplice accesso agli atti disponibili negli uffici per sapere che Multi - già al Tar - aveva messo nero su bianco una richiesta articolata di risarcimenti, per un totale vicino ai 29 milioni di euro. Richiesta, però, che l'assessore ha osservato essere stata "completamente rigettata già nel 2011", salvo essere ripresentata identica appunto al Consiglio di Stato.

A quel punto, la parola è tornata a Rapinese che però si è dichiarato insoddisfatto dalla replica dell'assessore sostenendo di non aver chiesto quanto Multi ha effettivamente richiesto come risarcimento bensì quanto il Comune ipotizzasse di dover realmente pagare nel caso di sentenza sfavorevole. A questo punto, il fattaccio (o presunto tale, naturalmente).

Pur con il proprio microfono spento, effettivamente dal banco della giunta - ed esattamente dal posto di Spallino - è sibilata una breve frase all'indirizzo dell'emiciclo. Frase intesa da Rapinese e da alcuni altri - in particolare dalla collega di lista e vicina di seggio, Ada Mantovani - come un "ma sei scemo?". Immediata la replica - sebbene senza alzare i toni della voce - da parte del consigliere che (questa volta a microfono) ha incalzato l'assessore chiedendo (testualmente, ndr) se avesse detto "ma sei scemo?" e rispondendo di essere tutt'altro che tale oltre a invitare Spallino "a tenere a freno le sue risposte visto che fa anche l'avvocato e che le ho chiesto, visto che non sono scemo, se lei abbia valutato quale sia il possibile rischio, non quanto abbia chiesto Multi". Per parte sua, l'assessore - anch'egli senza scomporsi - ha invece negato risolutamente di aver pronunciato l'epiteto, affermando al contrario di aver detto "sono qui", riferendosi ai documenti relativi alla richiesta di risarcimento danni. Anche un collega di giunta di Spallino, Marcello Iantorno, interpellato all'uscita da Palazzo Cernezzi ha sostenuto di non aver sentito la domanda "incriminata". Il giallo - con l'unica "certezza" della parola dell'uno contro l'altro, soprattutto se come probabile l'audio ufficiale dell'aula non recasse traccia dell'intervento fuori microfono dell'assessore - pare dunque destinato a chiudersi con due verità. Opposte.

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