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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Guanzate

Villa e auto di lusso: a Guanzate un imprenditore coreano completamente sconosciuto al fisco

Sequestrati beni e denaro per 350mila euro

Aveva avviato una florida attività nel settore del commercio all'ingrosso di arredamenti e accessori per cucine ma tale attività era completamente sconosciuta al fisco. L'uomo, un imprenditore sudcoreano risultato residente in patria ma domiciliato stabilmente a Guanzato, è stato denunciato dagli uomini della Guardia di Finanza di Olgiate al termine di una complessa attività di indagine.

Evasore totale

L'imprenditore ha operato indisturbato negli anni dal 2015 al 2020 riuscendo a maturare ingenti guadagni, non dichiarati al fisco italiano. Ha adottato sofisticate cautele contabili per non pagare imposte né in Corea né in Italia, per una base imponibile sottratta a tassazione di diverse centinaia di migliaia di euro. Nonostante l’assenza di redditi imponibili dichiarati, l’imprenditore, che nel 2013 aveva formalmente ritrasferito la residenza in patria, ha continuato a vivere in Italia per la maggior parte dell’anno, registrando un elevatissimo tenore di vita, essendo proprietario di una villa di pregio nel comune di Guanzate, di autovetture italiane di grossa cilindrata e di notevoli disponibilità di denaro depositato su conti correnti in Italia e nella Repubblica di San Marino.

Indagini internazionali

Con l’attuazione di incisive tecniche di investigazione e grazie anche alla preziosissima collaborazione dell’autorità fiscale della Repubblica di Corea, ottenuta su attivazione dei canali di cooperazione internazionale per il tramite del 2° Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza, i Finanzieri olgiatesi sono riusciti a ricostruire l’intero ciclo commerciale ed il relativo fatturato dell’impresa esterovestita. Al termine dell’attività, hanno proceduto, pertanto, al deferimento del soggetto all’Autorità Giudiziaria di Como per il reato di omessa dichiarazione dei redditi. Successivamente, su richiesta della Procura lariana, il giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Como ha disposto il sequestro preventivo di beni di proprietà dell'indagato per un valore complessivo di circa 350 mila euro, che ha consentito di congelare disponibilità immobiliari di rilevante valore economico

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