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Funerali di Alberto Botta, chiesa gremita e tanta commozione

Mancano venti minuti alle 14 e la chiesa del Collegio Gallio, dove Alberto Botta si diplomò nel 1974, è gremita. La navata è pervasa da un silenzio in cui sembrano riecheggiare note di serenità. Quasi fosse unanime la consapevolezza che Alberto...

Mancano venti minuti alle 14 e la chiesa del Collegio Gallio, dove Alberto Botta si diplomò nel 1974, è gremita. La navata è pervasa da un silenzio in cui sembrano riecheggiare note di serenità. Quasi fosse unanime la consapevolezza che Alberto Botta ha vissuto nel migliore dei modi, spendendosi per gli altri, per la sua famiglia e per la sua città a cui voleva bene. Uomo pacato, poco estroverso, serio e a tratti serioso, ma corretto. Sempre e con chiunque.

Impossibile elencare tutte le figure di spicco della società civile comasca e delle istituzioni che hanno partecipato alla commuovente cerimonia funebre dell'ex sindaco Botta. Si farebbe prima ad elencare gli assenti, ma anche in questo caso sarebbe impresa ardua, perché, davvero, sembrava che tutta la città fosse in chiesa, oggi, per l'estremo saluto ad Alberto Botta. In prima fila il sindaco Stefano Bruni, con la fascia tricolore in rappresentanza dell'amministrazione comunale. A fianco a lui il prefetto Michele Tortora. E poi consiglieri comunali (ex e attuali), rappresentanti di associazioni, atleti giovani e meno giovani - perché Botta era un amatissimo presidente del Coni - oltre, ovviamente ai suoi parenti e tanti, tanti amici.

Nel profondo dolore per la sua scomparsa, sofferta a causa di una lunga battaglia contro una malattia incurabile, la moglie Lorenza e i figli possono forse avere trovato oggi il sollievo di una conferma. La conferma che il loro Alberto era davvero molto amato e stimato, anche da chi con lui si era scontrato duramente in vita, soprattutto in campo politico.

Anche il prete don Isidoro Malinverno non ha potuto trattenere la commozione e le lacrime sul finale della sua omelia: "Alberto ha ricevuto tanti talenti e li ha trafficati tutti: nella famiglia, nella professione, nello sport e nell'impegno civico. Tutti gli dobbiamo qualcosa o molto. A nome di tutta la città che egli ha amato e servito. Addio Alberto, arrivederci. Lassù".

La moglie Lorenza ha voluto ricordarlo attraverso una poesia di Sant'Agostino sul tema della morte. E anche lei con la voce rotta dal pianto, ha ha voluto salutare l'amato marito: "Grazie Alberto, per avermi scelta come compagna della tua vita, grazie per avermi aiutata a crescere i nostri tre meravigliosi ragazzi. Adesso, però, ti prego, aiutami a continuare a vivere senza di te".

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