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Frode da 57 milioni, tredici persone in carcere

Tredici ordinanze di custodia cautelare, 23 perquisizioni in abitazioni, sequestro di immobili e beni per un valore di 18 milioni. Sono solo alcuni dei numeri che delineano l'inchiesta che coinvolge 27 indagati e un'azienda comasca che opera nel...

Tredici ordinanze di custodia cautelare, 23 perquisizioni in abitazioni, sequestro di immobili e beni per un valore di 18 milioni. Sono solo alcuni dei numeri che delineano l'inchiesta che coinvolge 27 indagati e un'azienda comasca che opera nel campo dei metalli ferrosi.

Le indagini della Guardia di Finanza di Como hanno permesso di ricostruire un complesso meccanismo fraudolento messo in atto negli anni 2009-2010 dall'azienda attraverso l'emissione e l’annotazione, da parte di società riconducibili agli indagati, di centinaia di autofatture false intestate a soggetti privati (nella maggior parte dei casi persone decedute o semplici pensionati assolutamente inconsapevoli), che attestavano scambi commerciali di migliaia di tonnellate di scarti di ferro, lamiere ed ottone mai avvenuti. Questo sistema permetteva ai reali fornitori (società commerciali realmente esistenti coinvolte nella frode) di cedere il materiale “in nero”, cioè in totale evasione d’imposta, ad altre aziende interessate dalla frode fiscale.

A rendere particolarmente insidioso il sistema fraudolento è stato il continuo e massiccio uso di denaro contante per pagare le cessioni “in nero”, circostanza che ha reso particolarmente difficile il compito di ricostruire con esattezza le reali operazioni commerciali poste in essere. Un altro importante fatto emerso dalle indagini è che i reali destinatari della merce venduta “in nero”, nella maggior parte dei casi erano privi delle autorizzazioni ai fini ambientali che la legge prevede in capo agli operatori del settore. Fino ad oggi, e salvo il successivo naturale sviluppo ai fini fiscali delle indagini penali, che comunque ancora proseguono, le cifre della frode sono rilevanti: individuati elementi di reddito sottratti a tassazione per 57 milioni di euro, e fatture false per un totale di 31 milioni di euro.

Le società complessivamente coinvolte sono 20, tutte con sede nel nord del Paese, tra Lombardia, Piemonte e Veneto.

Il patrimonio sottoposto a sequestro si compone di 9 immobili residenziali (tra cui abitazioni di pregio a Courmayeur, Valtournenche, e Camogli), 2 stabilimenti industriali, 60 automezzi commerciali, 20 autoveicoli e 75 conti correnti bancari e postali, per un valore complessivo pari ad oltre 18 milioni di euro. Tra le autovetture sequestrate ci sono una Ferrari F430 ed una Lamborghini Gallardo, che il titolare della principale azienda coinvolta aveva presumibilmente acquistato con i proventi della frode. La Ferrari era stata negli ultimi giorni delle indagini intestata ad una società rumena, ma l’espediente non ne ha impedito il sequestro. I reati a vario titolo contestati sono l’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e l’emissione ed utilizzo di fatture false, oltre alla violazione della normativa ambientale.
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