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Cronaca

Fotobackstage dal Festival della Luce: l'incredibile storia del videomapping sul Teatro Sociale

Proiezione, energia, materia. Del Festival della Luce di Como, si è occupato ampiamente Qtime. Qmedia, in collaborazione con gli organizzatori dell'evento, oggi pubblica in anteprima le quattro tappe che hanno portato alla concettualizzazione...

Proiezione, energia, materia. Del Festival della Luce di Como, si è occupato ampiamente Qtime. Qmedia, in collaborazione con gli organizzatori dell'evento, oggi pubblica in anteprima le quattro tappe che hanno portato alla concettualizzazione e alla costruzione di Alive Green Flux lo Spettacolo illuminotecnico e di videomapping interattivo che sarà proiettato sul fronte del Teatro Sociale. Evento musicale strettamente connesso alle arti visive inserito nella programmazione di European Opera Days. E' in programma per sabato dalle 21.30 alle 24. In alto, l'intera fotosequenza del backstage. Sotto, il il lavoro degli artisti, raccontato cronologicamente. Un racconto - per immagini e parola - che svela l'immensa mole di lavoro che conduce a uno spettacolo senza precedenti.

"Il primo e fondamentale elemento di partenza per la realizzazione di uno spettacolo di video mappatura è "il reale". Il reale, in questo caso costituito dall'architettura, è infatti il fattore chiave di questa particolare forma di arte visiva, poiché è solo dall'interazione tra la materialità degli elementi architettonici e clip prodotte dall'artista che il videomapping prende origine. Per questo motivo le prime fasi di sviluppo di un mapping si concentrano principalmente sullo studio e l'assimilazione dell'archittetura della superficie su cui si intende lavorare: prospetti, piante, tavole tecniche, fotografie e misurazioni si mischiano, si confrontano e si sovrappongono per riuscire a fornire un elaborato grafico bidimensionale il più simile possibile simile al “reale”. Simile, non uguale, perché il videomapping è sempre un processo di trasfigurazione, cambiamento, riletture, mai di passivo adeguamento. La fasce successiva dello studio dell'architettura risulta altrettanto importante e ha l'obiettivo di creare una gerarchizzazione degli elementi che compongono la superficie di proiezione; divisioni per piani, per elementi, simmetrie, asimmetrie e profondità sono i punti chiave per la corretta creazione dello schema al quale si riferiranno, successivamente, tutti file di lavoro. Una volta eseguiti i passaggi precedenti, occorre concentrarsi sulla creazione del modello 3D, ovvero sullo sviluppo di un elaborato digitale che annette al bidimensionale il terzo asse: la "Z"; questo permette perciò di confrontarsi anche con le profondità e le estrusioni dell'edificio.

La seconda "macro" tappa è legata – inevitabilmente – al percorso creativo; consiste infatti nel riuscire a mettere ordine al turbinio di idee, suggestione, riferimenti e pazzia che aleggiano disarmonicamente nella mente degli artisti e nelle loro estensioni: mani, dita, mouse, schermo pc.Come ogni processo creativo, prima di raggiungere il tanto ricercato equilibrio tra le idee, è importante attraversare una fase di "sano caos", all'interno del quale l'artista di videomapping è letteralmente tempestato da riferimenti grafici, matematici, storici, artistici dai quali risulta fondamentale apprendere e lasciarsi trasportare al fine di non lasciare nessun aspetto da parte, nulla che sia escluso a priori, ma piuttosto provare liberare al massimo le potenzialità del processo divergente e analogico alla base del pensiero creativo. Superato questo affascinante viaggio nei meandri della fantasia, giunge il momento di cominciare ad impostare un ordine empiricamente fondato, ad incanalare emozioni e a creare un moodboard dal quale modellare definitivamente uno storyboard del proprio concept e del proprio racconto. Per moodboard, traducibile dall'inglese come la “tavola delle emozioni”, ci si riferisce ad una elaborato che comprende e mischia (in maniera non per forza ordinata) tutti gli spunti, le emozioni, i riferimenti, i pensieri, e molto altro in unica visione. Questa tavola si riferisce principalmente al pensiero che si vuole trasmettere senza pero' consideralo ancora come elaborato effettivo di lavoro. E' una visione d'insieme di ciò che si punta a trasmettere. Lo storyboard, traducibile dall'inglese come la “tavola del racconto”, è uno schema, più' o meno grafico, che permette di visualizzare come le emozioni ed i pensieri, prima citati nel moodboard, possano prendere una forma ed un ordine logico atto a trasmetterli correttamente. Terza e non ultima tappa e' intitolabile: produzione. E'il fulcro del vero e proprio processo atto a trasformare le idee in contenuti, produrre e concretizzare tutto ció che fino ad ora si era solo immaginato. Si compone di una serie di passaggi, sovrapposizioni, elaborazioni e soprattutto animazioni di diverse tipologie di costruzioni grafiche, bi e tridimensionali, interpolate tra loro tramite la concomitanza d'utilizzo di una serie software appositi. E' in questa fase che il "minutaggio" vero e proprio prende vita, necessariamente confrontandosi con tutti i problemi e le relative soluzioni del caso; una delle quali, con un importanza non trascurabile, si sottolinea confrontando l'aspetto dell'elaborato visionato a schermo con quello invece che verrà proiettato sul reale. E'per questo motivo che questa fase comprende anche la realizzazione di un modellino reale in scala dell'archittettura, sul quale videoproiettare gli effetti creati, permettendo così di esaminare la resa "simil-diretta" dell'intera produzione. E' importante non dimenticare di aggiungere in questa sezione la presenta della figura del sound designer che allo stesso modo, ma specularmente legato alla produzione sonora, affianca il lavoro del videoartist; e' da questo rapporto biunivoco infatti che scaturisce l'unicitá di uno spettacolo audiovisivo.

L'ultima "macro" tappa analizza le ore e i giorni che precedono lo spettacolo; fase stressante ed altrettanto soddisfacente e' il preludio al tanto voluto risultato finale.

Si struttura di una serie di settaggi, da quelli più concreti come: il montaggio della regia, il montaggio e settaggio dei proiettori ed il cablaggio; a quelli più' digitali come: la mappatura della facciata ed i relativi raddrizzamenti degli elaborati sul reale, test dei contenuti, dei programmi e set up legati al suono.

Per "set up" si intendono una serie di procedimenti e settaggi atti alla messa in opera vera e propria del progetto.

Tra i più importanti troviamo la scelta dei proiettori (ovvero la progettazione, in concomitanza con service del mestiere, dell'impianto luminoso da installare. Questo comporta uno studio della disposizione , della luminosità, della distorsione, delle prospettive e anche delle ombre fisiche il tutto sempre in relazione alla architettura reale.

Da questo passaggio dipenderá anche la presa di camera utilizzata per lo sviluppo dei contenuti da videoproiettare.

Infine, arrivati ormai a pochi secondi dall'inizio dello spettacolo, potreste aspettarvi un classico "PLAY". Si,ma non del tutto. “PLAY”, per i contenuti precedentemente citati, ma consideriamo anche che la maggior parte delle volte a seguito di essi subentra una sezione di "liveset" suonata e interpretata direttamente in tempo reale e a ritmo di musica.

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