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Festa della Repubblica, prefetto e sindaco ai politici: "Più sobrietà e collaborazione"

Una piazza Duomo gremita quella di questa mattina in occasione della cerimonia del 2 giugno per la Festa della Repubblica. Dopo l'inno nazionale di apertura ha parlato dapprima il prefetto Michele Tortora con la lettura del messaggio del...

Una piazza Duomo gremita quella di questa mattina in occasione della cerimonia del 2 giugno per la Festa della Repubblica. Dopo l'inno nazionale di apertura ha parlato dapprima il prefetto Michele Tortora con la lettura del messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ai prefetti e con un discorso alla ciitadinanza; poi è salito sul palco il sindaco di Como Mario Lucini per proporre alcune rifelessioni sul valore della festa del 2 giugno. Entrambi hanno speso alcune parole per richiamare le forze politiche e i loro rappresentanti ai loro impegni nei confronti dei cittadini.

Il discorso del prefetto

Il prefetto Tortora in apertura del suo discorso ha colto l'occasione per fare pubblicamente i suoi auguri di buon lavoro al neo eletto sindaco di Como ribadendo la sua "più ampia disponibilità alla collaborazione tra istituzioni". Poi ha ricordato le vittime del terremoto e in particolare gli extracomunitari rimasti uccisi mentre lavoravano: "Questo fa giustizia di molti luoghi comuni sull'immigrazione nel nostro Paese. La gran parte degli immigrati lavora regolarmente per assicurare a sé e ai propri familiari una vita dignitosa, concorre al progresso economico del nostro Paese e ha diritto pieno di sentirsi parte integrante della nostra comunità". Infine il prefetto ha parlato della crisi, non solo economica, ma anche dei valori e della politica: "La politica non è solo lustrini e pailettes. il mondo della politica viene dipinto come una notte in cui tutte le vacch sono nere. Non credo questo sia giusto. Questa rappresentazione non rende giustizia alla politica così come l'ho conosciuta io". Si è detto quindi preoccupato della crisi dei rapporti tra cittadini e istituzioni.

Il discorso del sindaco

Il sindaco Lucini ha dedicato la prima metà del suo discorso al ricordo e alle riflessioni sul valore simbolico, e non solo, della festa della Repubblica, ripercorrendo in sintesi alcune tappe della sua costituzione. Poi ha parlato del ruolo fondamentale che il Comune, insieme alle altre istituzioni del territorio, ha nel "realizzare qui e ora la Repubblica". da qui l'appello al Governo a "valorizzare le autonomie locali" affinché possano dare ai cittadini servizi di qualità con interventi mirati. "Lo diciamo alle forze politiche - ha aggiunto Lucini - che hanno in questo frangente la responsabilità storica di promuovere uno spirito di collaborazione per affrontare l'emergenza economica e che ci auguriamo sappiano andare oltre una prospettiva di corto respiro".

La consegna delle onorificenze

Dopo i discorsi di apertura di prefetto e sindaco la cerimonia è continuata, come da tradizione, con la consegna della bandiera e della Costituzione ai neo diciottenni (quest'anno sono stati 4), con consegna della Medaglia d’onore ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lagher nazisti ed ai famigliari dei deceduti; infine la consegna dei diplomi delle Onorificenze “Al Merito della Repubblica Italiana”. Al termine è stato suonato l'inno nazionale a chiusura della cerimonia ufficiale e il pubblico ha potuto assistere al concerto della Banda Baradello.

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