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Cronaca

Como, pensionati poveri in Italia ma con un tesoro in Svizzera: 8 denunciati, tra loro anche un prete

Scoperti dalla Finanza: dall'Inps incassavano l'assegno sociale, ma avevano ricchi conti in banca oltreconfine

Poveri pensionati che incassano l'assegno sociale in Italia, ma che nelle banche svizzere nascondevano un vero e proprio "tesoretto". 
Si tratta di 8 ultrasettancinquenni comaschi che, come riporta La Provincia di Lecco di lunedì 16 aprile 2018, hanno chiesto e ottenuto il contributo statale previsto per i redditi inferiori agli 8mila euro lordi all'anno. Peccato che potessero contare su lauti conti nascosti nelle banche della vicina Confederazione. 
Otto gli anziani coinvolti nell’inchiesta, ma soltanto sei di loro sono indagati per indebita erogazione, mentre altri due hanno incassato soldi non dovuti ma non superano le soglie penali, quindi per loro scatteranno solo sanzioni amministrative. 

La "voluntary disclosure"

A far emergere il caso è stata la cosiddetta "voluntary disclosure", ovvero la collaborazione volontaria grazie alla quale i contribuenti che detenevano illecitamente patrimoni all'estero hanno potuto regolarizzare la propria posizione senza incappare nell'accusa di frode fiscale. 
Proprio questa procedura ha incastrato gli 8 pensionati: sono stati infatti i controlli incrociati della Guardia di Finanza tra i comaschi che hanno chiesto la collaborazione volontaria e quelli che beneficiavano della pensione sociale a far emergere le irregolarità.
 

I controlli

Da questo incrocio di dati, le Fiamme Gialle si sono accorte che gli 8 denunciati avevano sì pensioni così basse da non consentire loro di raggiungere il reddito minimo di 8mila euro all'anno, ma che, al contempo, possedevano ricchi conti correnti in Svizzera.
C'era ad esempio, sempre secondo quanto riportato dal quotidiano, un sacerdote con 40mila euro di contributi statali ottenuti dall'Inps e 200mila euro in Svizzera; o la vedova di un imprenditore che ha ottenuto la pensione sociale per 4 anni consecutivi (e 22mila euro di contributi) con 250mila euro oltreconfine. E ancora l’artigiano con 600mila euro in Ticino che ha ricevuto assegni sociali per circa 30mila euro.

I soldi sequestrati

La Guardia di Finanza ha quindi sequestrato gli assegni sociali ricevuti dai pensionati: il reato contestato agli indagati da fiamme gialle e Procura è quello di indebita erogazione per una cifra totale di circa 250mila euro.
Cifra che adesso la magistratura chiede indietro agli anziani, poveri in Italia e ricchi in Svizzera.

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