Due laghetti artificiali in Valbasca, dubbi e critiche dei cittadini
Acceso dibattito ieri sera ad Albate. I cittadini lamentano la mancata comunicazione dell’inizio dei lavori previsti per la riqualificazione dell’area della Valbasca, che partiranno lunedì. Il progetto, denominato: “Conservazione e valorizzazione...
Acceso dibattito ieri sera ad Albate. I cittadini lamentano la mancata comunicazione dell’inizio dei lavori previsti per la riqualificazione dell’area della Valbasca, che partiranno lunedì. Il progetto, denominato: “Conservazione e valorizzazione degli habitat del SIC (sito di importanza comunitaria) Spina Vede", è stato voluto dall’amministrazione del parco, la quale ha ottenuto un finanziamento dell’Unione Europea di circa 560 mila euro per la rinaturalizzazione di alcune zone che rientrano nella gestione del Parco, tra cui anche la Valbasca.
L’area Umida permetterebbe alle rane e agli anfibi di depositare le loro uova in questa zona. Ma i cittadini non sembrano essere particolarmente entusiasti. Durante la serata, organizzata dall’amministrazione comunale a cui hanno partecipato il presidente del parco Spina Verde Giorgio Casati, il progettista Guido Locatelli, il vicesindaco Silvia Magni e per l’ufficio tecnico Vittorio Terza, i residenti di Albate hanno sollevato non poche obiezioni. Prima fra tutte, la mancata “trasparenza” nella comunicazione di avvio ai lavori. I cittadini sono venuti a conoscenza dell’istituzione del cantiere solo da un cartello. Oltre a questo, altri dubbi sono stati avanzati anche sul progetto stesso: primo fra tutti, la zona della Valbasca non sarebbe storicamente un’area umida, bensì una zona di pascolo. Inoltre, il torrente che dovrebbe permettere la realizzazione delle pozze per la maggior parte dell’anno è secco. Anche il consigliere regionale, Luca Gaffuri, ha espresso perplessità: “Questo progetto non ci convince fino alla fine”.
Il progetto
A spiegare l’origine del progetto, il presidente Giorgio Casati: “Il Parco ha elaborato un progetto per migliorare la qualità degli habitat della Spina Verde, elevando il livello generale della biodiversità. Il progetto prevede azioni per 570mila euro, finanziati in parte dal bando europeo LIFE+ Call for proposal 2010, dal bando Biodiversità 2011 della Fondazione Cariplo e dal Parco stesso.
Nel 2010 l’Unione Europea ha, infatti, riconosciuto il Parco come Sito di Importanza Comunitaria”. Ovviamente, non tutti i 560 mila euro saranno spesi per la Valbasca. Tale progetto, infatti, prevede la rinaturalizzazione e sistemazione di altre zone della Spina Verde, come l’area fra Castello Baradello e San Fermo della Battaglia e San Fermo e Drezzo. Lì esistono già due aree umide. Altra aurea umida è sul Monte Croce. Inoltre, verranno messi in sicurezza i valloni che partono dalla dorsale della Spina Verde a Como. Gli interventi prevedono il miglioramento boschivo, l’alberatura e la sistemazione idrogeologica.