Intercettato in dogana l'uovo di un enorme dinosauro spedito per posta
Nell’ambito dei controlli sulla merce e-commerce all'aeroporto lombardo di Orio al Serio
Como, paese di frontiera, ne ha viste di cose bizzarre (legali e non) superare i confini. Non più tardi di qualche settimana fa abbiamo visto il passaggio e lo sdoganamento (regolare) a Ponte Chiasso di un rinoceronte bianco e di due Orici d'arabia.
Questa volta però il pacco contenente un enorme uovo di dinosauro è stato intercettato alla dogana dell'aeroporto Lombardo di Orio al Serio.
Un autentico guscio di uovo fossile di Shunosaurus, dinosauro tra i più grandi esseri ad aver mai vissuto sulla Terra. È quanto è stato rinvenuto e sequestrato.
Nell’ambito dei controlli sulla merce e-commerce, finalizzati alla repressione dell’illecita importazione di beni, i funzionari dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli hanno scoperto il fossile, che veniva dalla Malaysia e dovrebbe essere di origine cinese.
Il reperto era accompagnato da un certificato di origine di dubbia autenticità, rilasciato da un ente che infatti si è rivelato inesistente. A quel punto i funzionari hanno informato la Sovrintendenza archeologica, belle arti e paesaggio di Bergamo e Brescia, che ha qualificato il reperto come uovo fossile di Shunosaurus, un sauropode del Cretaceo inferiore, originario della Cina.
I sauropodi erano esemplari dalle dimensioni straordinarie: vengono considerati tra gli animali probabilmente più grandi mai vissuti sulla Terra. Il loro nome, che in greco significa 'piedi di lucertola', si riferisce a una caratteristica comune a tutte le specie: la presenza, in tutti e quattro gli arti, di cinque dita pienamente sviluppate, come appunto nelle odierne lucertole, a differenza di molti altri gruppi di dinosauri che ne avevano solo tre o quattro per arto. I sauropodi erano animali erbivori, dal collo solitamente lungo e quadrupedi. Avevano piccole teste, con denti a forma di spatola o di matita, un corpo voluminoso e una coda lunghissima.
L’uovo, pervenuto senza idonea certificazione, a seguito di rinuncia della spedizione da parte del destinatario, è stato messo in stato di abbandono e, quindi, acquisito al Patrimonio dello Stato per futura esposizione.