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Non ci sono ambulanze per portarla a casa: 89enne disorientata per 5 giorni nel reparto covid

La storia raccontata da Gianfranco Giudice professore di Filosofia e Storia al Liceo Giovio di Como: "Tornata dal Sant'Anna disorientata, disidratata e con la febbre"

A raccontare questa storia è Gianfranco Giudice (nato a Como nel 1961) professore di Filosofia e Storia al Liceo Giovio di Como. Riguarda sua madre che di anni ne ha 89. Riportiamo le parole del docente: 

"Quello che mi è accaduto credo meriti di essere conosciuto pubblicamente, tralascio ogni considerazione e mi limito alla fredda cronaca. Mamma, ottantanove anni, lunedì scorso cade per terra semisvenuta per un calo di pressione subito rilevato, solo con lei in casa chiamo l'ambulanza e la portano all'ospedale Sant'Anna. Ha il covid (anche io l'ho preso nuovamente da lei), così viene portata nel reparto di isolamento. Non porta con sé nulla, non ha un cellulare, è affetta da demenza senile. Nella serata di lunedì il primo medico che ci contatta dice che mia madre non ha alcun problema legato al covid e il giorno dopo la rimanderanno a casa, non possiamo andare a prenderla noi essendo positiva, deve essere riportata a casa da un'ambulanza a spese nostre. Bene, prendiamo atto e attendiamo. Il giorno dopo un medico diverso ci comunica che se mamma fosse negativa la trasferirebbero in geriatria per mettere a punto una terapia migliore per la sua demenza. Il giorno che segue un medico ancora differente, ciascuno ovviamente non sa nulla di quanto detto dai colleghi precedenti, dice che mamma sarà a breve riportata a casa, questo appena riescono a trovare un'ambulanza. Nel frattempo viene sedata perchè si agita parecchio, ci dice un ulteriore medico che ci contatta. Il giorno successivo nessuna notizia, siamo sempre in attesa dell'ambulanza a carico nostro con mamma che torna a casa. Finalmente stamattina un ulteriore medico chiede con tono quasi arrabbiato perché non siamo ancora andati a prendere la mamma, l'ospedale non può più tenerla, la accompagneranno fuori dal reparto e noi la prenderemo, esattamente quello che nei giorni precedenti ci era stato detto essere impossibile. Essendo io bloccato a casa, mia sorella (negativa dunque con adeguate protezioni) la va a prendere. Mamma arriva a casa dopo quasi cinque giorni passati nel reparto covid del pronto soccorso totalmente disorientata, questo era prevedibile nelle sue condizioni, in ciabatte e con addosso gli stessi vestiti di lunedì, con 38 di febbre (e altri sintomi che non aveva più lunedì), non si regge in piedi e solo caricandomela di peso sulle spalle ho potuto portarla dalla macchina al secondo piano del suo appartamento e metterla sul letto. Se io non ci fossi stato come si sarebbe fatto a portarla in casa? Chiede acqua, ne beve quasi una bottiglia, ha la bocca e le labbra di chi sta soffrendo la sete. Tutto questo è davvero triste, doloroso e inaccettabile."

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