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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Como, lo stato maggiore Pd insorge contro la mozione "anti-gender" di Forza Italia

Raramente un Pd così compatto si è schierato contro una proposta politica. Accade, però, in queste ore e nel mirino di una vasta fetta di esponenti dem comaschi c'è l'iniziativa del coordinatore provinciale di Forza Italia, Alessandro Fermi, che...

Raramente un Pd così compatto si è schierato contro una proposta politica. Accade, però, in queste ore e nel mirino di una vasta fetta di esponenti dem comaschi c'è l'iniziativa del coordinatore provinciale di Forza Italia, Alessandro Fermi, che ieri ha inviato a tutti gli amministratori locali di partito un mozione da portare nei rispettivi consigli comunali. Con un obiettivo: assumere una posizione forte e chiara contro quella che Fermi definisce "la teoria gender", vista come "una deriva sociale e morale" soprattutto se portate nelle scuole e da combattere affinché "sia rispettato il ruolo della famiglia naturale nell’educazione all’affettività e alla sessualità" (qui comunque c'è l'articolo dettagliato in merito e il testo integrale della mozione).

Moltissime le prese di posizione, ma dietro quella del segretario della sezione di Como città del Pd, Stefano Fanetti, ne sono seguite la gran parte. Lo stesso Fanetti ironizza (per stroncare) in questo modo: "Geniale idea del sottosegretario Fermi: discutere in tutti i consigli comunali una mozione per contrastare la diffusione nelle scuole della fantomatica teoria del gender. Che bello parlare del nulla! Che bello farlo in Consiglio Comunale". Con un'ulteriore goccia di veleno: "Che tristezza questa crociata sul nulla dopo il becero populismo sui migranti. Del resto, bisognerà pure seguire l'alleato Salvini". Poi, ecco la "slavina" di altre bocciature in serie provenienti dal Pd. Sofisticata e tipicamente lunghissima la presa di posizione del capogruppo dem in a Palazzo Cernezzi, Andrea Luppi, che infierisce sottolineando come "sia in atto una stolida operazione sottoculturale con conclamata strumentalizzazione politica, che ha creato dal nulla una "teoria gender", facendola peraltro esistere ed esprimendone le pseudoargomentazioni solo nei testi che attaccano la teoria gender". Rispetto poi alla richiesta di Fermi ai consiglieri azzurri Sergio Gaddi e Anna Veronelli di portare la mozione in discussione in aula, Luppi aggiunge che "forse non c'è nulla di drammatico nel soffermarsi sui parti della fantasia, così che si potrà affrontare una ulteriore discussione sul nulla provocando pochi danni, se non in termini di tempo perso, denaro pubblico sprecato e pazienza del sottoscritto messa alla prova".

Inequivocabile anche il commento dell'assessore Marcello Iantorno che parla di "una mozione completamente infondata ed errata nei presupposti, nei contenuti e

nelle conseguenze e meraviglia che se ne faccia promotore un tutore dei diritti (Fermi è avvocato, ndr)". Tesi condivisa in toto e prontamente anche da un altro consigliere comunale del Pd, Guido Rovi. Diverse altre le prese di posizione, ma nella sostanza il messaggio politico è chiaro: il Pd ha già metaforicamente bocciato il documento, senza appello.

Anche il coordinatore dei Giovani Democratici, Edoardo Pivanti, con una nota è intervenuto nel dibattito: "Mentre l’Unione Europea anche oggi ammonisce l’Italia sulla sua arretrata concezione di famiglia, oggi ci ricordiamo che in provincia di Como secondo qualcuno siamo rimasti al medioevo. Ci dispiace che questo qualcuno abbia ancora i paraocchi e pur di inseguire spinte di “pancia elettorale” momentanee scelga di passare sopra diritti fondamentali di uno stato moderno. Soprattutto citando teorie assurde ed inesistenti come quella “gender”, utilizzata dalle destre in modo demagogico per infiammare gli animi conservatori. Bisognerebbe ricordare a Fermi che la provincia di Como fa parte dell’Unione Europea e anche dello stato Italiano, e garantire pari diritti a tutte le coppie è la base di un pensiero libero e moderno".

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