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Cronaca

Como, ieri Pm10 (di poco) sotto la soglia. Curiosità per i dati post-fuochi

In assoluto, non c'è molto da esultare. Ma dal dato relativo all'ultimo giorno del 2015 per quanto riguarda le polveri sottili nel cielo di Como, qualche elemento interessante si evince. Gli inquinanti, infatti, secondo le centraline dell'Arpa di...

In assoluto, non c'è molto da esultare. Ma dal dato relativo all'ultimo giorno del 2015 per quanto riguarda le polveri sottili nel cielo di Como, qualche elemento interessante si evince. Gli inquinanti, infatti, secondo le centraline dell'Arpa di viale Cattaneo ieri sono scese sotto il valore limite di 50 microgrammi per metro cubo d'aria, assestandosi appena sotto (48). Come si diceva, nulla di particolarmente eclatante o definitivo: lo spauracchio e il problema nel suo complesso sono ancora lì, distanti giusto un paio di sgasate o di accensioni di caldaia. Resta il fatto, però, che dal 28 dicembre scorso, i livelli di Pm10 in città risultano costantemente in discesa: dal valore di 85 si è passati dapprima a 66, poi a 54 e infine ieri sotto la fatidica asticella posta a quota 50, cioè a 48.

Merito dell'ordinanza emessa dal sindaco Mario Lucini contro i botti e i fuochi indiscriminati, ritenuti (anche dalla Regione, con lettera ufficiale dell'assessore all'Ambiente) concausa dello smog? Difficile a dirsi, essendo stato emesso il provvedimento soltanto il 30 dicembre scorso, mentre molto più interessante sarà vedere il dato del primo gennaio dopo lo spettacolo pirotecnico sul lago. Risultato ottenuto grazie ai consigli diffusi pubblicamente dall'assessore Magatti e dal primo cittadino stesso due giorni fa, sommati alla rinsavita coscienza civica e ambientale dei comaschi (magari aiutati dal biglietto valido un giorno intero per i bus)? Anche qui, qualche probabilità che tutto ciò abbia influito esiste ma mancano sempre controprove empirico-scientifiche che lo possano dimostrare in maniera certa, inequivocabile. Merito del calo degli inquinanti, molto più banalmente, potrebbe anche essere la partenza da Como di molti residenti verso le mete vacanziere di fine anno, con conseguente calo del traffico e dei riscaldamenti accesi (uffici chiusi compresi)? O magari, alla fine, la cappa di smog si è soltanto diluita grazie a qualche refolo di vento in più, rispetto alla stagnazione totale delle scorse settimane.

In questo mare di incertezze, tentativi, ipotesi più o meno credibili (ma anche più o meno sinceri), resta però una sensazione poco incoraggiante: che il caos indifferenziato con cui istituzioni e singoli hanno affrontato o semplicemente discusso il tema inquinamento all'ultimo minuto utile - sicuramente a partire dai media, senza eccezioni, che si occupano della materia soltanto quando fa titolo: impossibile negarlo - non abbia ancora fornito alcun appiglio reale su cosa possa funzionare, cosa no e cosa serva per fronteggiare le emergenze da un lato e per imbastire politiche strutturali e di lungo periodo dall'altro.

Maroni-ponte-generazionaleMa forse è proprio questo il momento - fuori dalla psicosi ancora in essere poche ore fa e per di più, pare, in attesa di piogge "salvifiche" - perché il tema smog venga messo al centro di un'agenda con un'orizzonte più lungo del "qui e ora" e ribalti finalmente l'assurda piramide rovesciata di oggi, che lascia in capo a sindaci e singoli assessori decisioni e scelte che invece non possono che arrivare ed essere prese da livelli di governo del Paese e di tutela della salute pubblica ben più alti e vasti rispetto al trascurabile municipio di provincia.

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