rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Albate - Trecallo / Via Al Bassone

Como, detenuto si impicca nel carcere del Bassone: morto 38enne

Si tratta di un italiano

Una tragedia ieri 29 giugno nel carcere di Como. Al Bassone un uomo si è impiccato ed è morto. Abbiamo parlato spesso delle criticità legate alla struttura e ai problemi annessi e per evitare interpretazioni sbagliate sull'accaduto riportiamo il comunicato integrale che ha inviato Dario Esposito segretario provinciale Uilpa penitenziari: 

"Ieri 29 giugno un detenuto italiano, di circa 38 anni che si trovava nella sezione infermeria da poco più di due mesi, si è tolto la vita in seguito ad un tentativo (purtroppo riuscito) di impiccagione. La tragica morte del recluso, che da fonti informali sembra avesse dimostrato problematiche di natura psicologica, è una chiara e decisa sconfitta dello Stato che- ancora una volta- non pone a termine i propri obiettivi ed i propri intenti, intenti - quale l’art. 27 della Costituzione- che troppo spesso rimangono una bellissima ma inutile lettera morta.
Nell’esprimere rammarico e vicinanza alla famiglia del recluso questa organizzazione sindacale non può che domandarsi perché quotidianamente ai poliziotti penitenziari venga richiesto di lavorare in grave carenza d’organico – 18 mila unità in meno secondo quanto riferito da alcuni studi del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e quanto ribadito dal segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria Gennarino De Fazio- non può che domandarsi perché non si sia portata a termine la bozza di riforma di qualche anno addietro relativa al percorso cautelare dei ristretti affetti da patologie psicologiche/psichiatriche.
Domande, istanze, richieste di aiuto che la Uilpa polizia penitenziaria, anche nella sua struttura comasca, ha rivolto a più riprese alla società ed alle Istituzioni, ricevendo un assordante silenzio che lascia sbigottiti e porta a chiedere se le luci sulle strutture penitenziarie debbano accendersi solo in questi momenti o se sia auspicabile far finalmente prevenzione ed ascoltare, una volta tanto, chi di carcere si occupa 365 giorni l’anno.
Domande, istanze, richieste di aiuto che- se non accolte- si traducono in carenze e deficienze pratiche: come quella della giornata di ieri dove un solo collega si trovava- in spregio ai livelli minimi di sicurezza- a ricoprire due posti di servizio: sezione Infermeria e sezione osservazione, a gestire al tempo stesso due diverse sezioni detentive oltre che dover garantire la sicurezza ed incolumità fisica del personale sanitario che, negli ambulatori, stava provvedendo ad effettuare le visite mediche per la popolazione detenuta nell’intero Istituto.
Domande, istanze, richieste d’aiuto che – essendo state non accolte- hanno portato la stessa sorveglianza generale a trovarsi sottorganico rispetto al numero ottimale previsto per quel ruolo e funzione.
Nell’esprimere apprezzamento verso i colleghi tutti, di ogni ordine e grado, che nella giornata di ieri hanno svolto servizio seppur in condizioni altamente critiche, questa organizzazione sindacale si trova a domandarsi perché, come pur si è visto su qualche lancio di agenzia, in queste occasioni il dito venga subito puntato sull’evento accaduto e non ci si soffermi a porsi delle domande sulle cause.
Questo oggi si chiede alle Istituzioni ed alla società, non la caccia alle streghe, non il tiro al bersaglio facile e comodo, non il semplice grido contro il poliziotto penitenziario, si chiede che finalmente si possa ricevere ascolto sulle carenze di organico che, ad esempio, solo nella Circondariale di Como hanno portato alcuni colleghi a fruire di un unico riposo settimanale al mese, finalmente si possa ricevere ascolto sulle richieste di intervento strutturale su istituti- quelli italiani- pensati e costruiti con modelli custodiali ormai superati e non più al passo dei tempi, si chiede che finalmente si possa ricevere ascolto su degli standard lavorativi che vadano a diminuire i rischi del turno lavorativo: non è infatti accettabile che negli ultimi 12 mesi siano più di 25 i colleghi in servizio a Como che sono ricorsi alle cure del pronto soccorso per delle aggressioni.
A coloro che oggi, troppo tardi, si interessano di carcere, chiediamo che le istanze sindacali della Uilpa polizia penitenziaria ricevano finalmente spazio ed attenzione.
Tutto ciò per evitare altri futuri fallimenti dello Stato, tutto ciò per garantire quel bellissimo articolo della Costituzione che – se non sostenuto da risorse, strumenti normativi, ascolto verso chi il mondo detentivo lo respira ogni giorno, rischia di trasformarsi in una magnifica ma inutile lettera morta".

Altri episodi critici nel carcere di Como

Sempre al Bassone, in un episodio distinto e in un'area diversa del penitenziario un detenuto di origine marocchina è stato ricoverato in condizioni garvissime (attualmente in coma farmacologico) all'ospedale Sant'Anna di San Fermo della Battaglia dopo una violenta rissa su cui stanno indagando gli agenti della penitenziaria. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Como, detenuto si impicca nel carcere del Bassone: morto 38enne

QuiComo è in caricamento