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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Centro per minori sgomberato, l'amarezza e le accuse al Comune di Michele Borzatta

Continua a far discutere lo sgombero notturno del centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati avvenuto nella notte di mercoledì scorso. Oggi - anche dopo le motivazioni addotte ieri dall'assessore ai Servizi Sociali del Comune...

Continua a far discutere lo sgombero notturno del centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati avvenuto nella notte di mercoledì scorso. Oggi - anche dopo le motivazioni addotte ieri dall'assessore ai Servizi Sociali del Comune, Bruno Magatti - il responsabile della cooperativa che gestiva la struttura, Michele Borzatta, ribatte su molti punti. E non lesina passaggi critici alla stessa amministrazione, dall'invio di quote di minori anche molto superiori alle capacità del centro di via Vertua Gentile, fino alla denuncia dello stato di improvvisa disoccupazione in cui, da 48 ore, si sono venuti a trovare i 15 collaboratori della cooperativa "Il Biancospino". Di seguito, il testo integrale ricevuto da Michele Borzatta.

michele-borzatta-1ott15In relazione ai recenti avvenimenti, vista la delicatezza della materia e la profonda amarezza all’indomani di una vicenda simile, preferisco affidare i miei commenti e le valutazioni della cooperativa ad un testo scritto. L’Amministrazione comunale ha motivato la chiusura della struttura e il trasferimento dei suoi ospiti con l’impossibilità di prorogare il servizio, in attesa del nuovo bando, stante le condizioni della struttura giudicate inadeguate. Al riguardo mi limito a segnalare che: la cooperativa ha ricevuto dal Comune di Como in data 26 febbraio gli esiti dell’ispezione compiuta dai competenti uffici dell’Asl che hanno rilevato inadeguatezze e prescritto interventi strutturali; la cooperativa ha ricevuto in data 7 settembre una nuova visita dell’Asl il cui verbale rileva che le prescrizioni imposte sono state eseguite in larga parte; l’unico intervento non effettuato ma solo programmato era riferito alla sostituzione delle porte interne per le quali la cooperativa aveva già inoltrato l’ordine di acquisto a una ditta fornitrice, così come per gli acquisti delle armadiature delle camere. Non mi risultano altri verbali ispettivi dell’Asl e quindi non comprendo come la stessa possa avere giudicato la struttura non più idonea al servizio. centro-tavernola-1ott15-3Nel merito, poi, osservo che la struttura gestita dalla cooperativa dal gennaio 2010 ha sempre ospitato un numero di minori superiore rispetto al numero previsto dal contratto con l’amministrazione. Ci sono stati lunghi periodi in cui per far fronte all’emergenza degli arrivi sul territorio di minori stranieri non accompagnati, la struttura è arrivata ad ospitare fino a 30 ospiti. Si tratta unicamente di minori inviati dai servizi sociali dell’amministrazione e ospitati presso il centro con evidenti disagi organizzativi e inevitabili contraccolpi sulla struttura stessa, compresi gli arredi. centro-tavernola-1ott15-10Nella citata ispezione, l’Asl ha richiamato l’esigenza di incrementare ulteriormente il numero del personale educativo presente. La cooperativa ha tempestivamente provveduto con avvisi pubblici di reperimento e selezione del personale che, visto il numero degli ospiti presenti, era ritenuto necessario. Parte del personale occupato nell'assistenza, pur avendo una decennale esperienza nell’ambito della gestione dell’accoglienza di minori stranieri non accompagnati, non era infatti in possesso di un titolo di laurea necessario alla copertura dei parametri normativi delle comunità educative. Sottolineo che tale personale era stato assunto, su indicazione del Comune di Como in base all’articolo 37 del CCNL delle cooperative sociali, nel momento in cui (gennaio 2010) il Comune di Como affidò l’incarico di gestione a "IL BIANCOSPINO". centro-tavernola-1ott15-8Il primo affidamento fu per la gestione di un centro di prima e seconda accoglienza per minori stranieri non accompagnati da 16 posti che poi negli anni si è trasformato, per la stessa struttura, nella gestione di due comunità educative da 8 posti denominati PUZZLE A e PUZZLE B, cambiando quindi in corsa i parametri di riferimento. Il triste esito di questa vicenda ha comportato che anziché assumere il personale prescritto dall’Asl, la cooperativa ha dovuto interrompere il rapporto di lavoro con i 15 collaboratori, in larga parte soci-lavoratori della struttura, che da oggi aumentano il numero dei disoccupati della nostra provincia. E’ indubbio che a una simile situazione non si sarebbe arrivati se l’Amministrazione avesse provveduto per tempo ad emanare i necessari bandi di gara per l’affidamento del servizio, anziché procedere con proroghe successive dopo la scadenza dell’originario contratto avvenuta il 31.12.2014.

Molto altro ci sarebbe da aggiungere per raccontare 5 anni di gestione del Centro Puzzle , ma mi riservo di farlo in altra occasione e con dati alla mano, per riscattare la professionalità degli operatori che hanno contribuito alla buona riuscita di molti percorsi assistenziali e educativi e che in queste ore vivono la frustrazione della perdita del lavoro.

Cordialmente saluto,

Michele Borzatta

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