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Cronaca

Caso paratie, Lucini: "Convinto delle scelte fatte nell'interesse di Como. Non è finita"

"Non è una sentenza". La prima frase netta pronunciata dal sindaco Mario Lucini nell'affollatissima conferenza stampa sul destino del cantiere delle paratie dopo la pesante chiusura dell'istruttoria dell'Anticorruzione ha subito spazzato via...

"Non è una sentenza". La prima frase netta pronunciata dal sindaco Mario Lucini nell'affollatissima conferenza stampa sul destino del cantiere delle paratie dopo la pesante chiusura dell'istruttoria dell'Anticorruzione ha subito spazzato via qualche equivoco. E ha detto due cose: che il primo cittadino non dà ancora per chiusa la partita (e quindi il suo mandato, ma di questo magari parleremo in un articolo a parte) e che, in fondo in fondo, coltiva ancora ostinati spiragli di speranza di non dover azzerare tutto come invece l'Anac suggerisce, ripartendo da zero e di conseguenza assistendo al fallimento della sua più grande e marcata scelta tecnico-politica in 3 anni di mandato

anticorruzione-2 Gli ispettori dell'Anticorruzione in Comune a giugno

"Ora produrremo le nostre controdeduzioni su alcuni punti che secondo noi sono nati da equivoci o da incomprensioni - ha affermato Lucini - mentre recepiremo le indicazioni laddove sono da recepire. Però - ha tenuto immediatamente a precisare - ripartire da zero riassegnando i lavori con una nuova gara non è ancora una strada obbligata. E io continuo a essere convinto che la strada da noi intrapresa (continuazione dei lavori senza interruzione dopo le elezioni 2012, attraverso la terza maxi-perizia di variante che ha portato complessivamente i costi da 19 a 32 milioni ndr) fosse quella più utile per la città, anche in termini di costi e tempi". Parole forti quelle del primo cittadino, perché nella sostanza antitetiche alle convinzioni messe nero su bianco dall'Autorità Anticorruzione che invece non ha ritenuto legittima la perizia in questione sia per i costi abnormi, sia per le profonde modifiche tecniche che innesta sul progetto originario (comunque confermato come carente e lacunoso). Come si è già ampiamente detto, si è vicini al paradosso: da un punto di vista tecnico e ingegneristico, la perizia messa in campo dai tecnici del Comune e in particolare dal dirigente Pietro Gilardoni d'intesa con la Regione è giudicata necessaria per migliorare il progetto ereditato 3 anni fa e già datato di suo; nel contempo, però, quel lavoro ha così stravolto le carte economiche e progettuali in campo che non può essere catalogata come una "variazione sul tema", ma come il frutto di correzioni pesanti in corso d'opera. Il tutto - dice Anac - relegando la "sorpresa geologica" sempre ritenuta dal Comune il punto forte della necessità di modificare l'intervento a elemento secondario e per nulla decisivo nelle scelte prese dall'amministrazione.

sopralluogo-paratie-7giu15-2"Le strade possibili erano e sono due - ha detto il sindaco - Quella della rescissione del contratto con Sacaim e la seguente indizione di un nuovo bando di gara europeo, che certamente comporterebbe più costi a causa dei nuovi prezzi, tempi molto lunghi, probabili risarcimenti, rischio di contenziosi e indisponibilità dell'area ancora per anni. Oppure una riconfigurazione della perizia di variante che venga ritenuta legittima e legittimabile dal punto di vista tecnico e amministrativo". Inutile dire che a Palazzo Cernezzi si punta tutto su questa seconda strada. Come? Procedendo a uno stralcio di molte opere contenute nella terza perizia di variante, abbinandole probabilmente a un nuovo appalto che peraltro già ora era nei programmi di Comune e Regione. Si andrebbero ad aggiungere altri interventi, in sostanza, alla prevista gara da 1,8 milioni per l'arredo della passeggiata. In questo modo, pur garantendo nel frattempo la continuità a Sacaim di operare sul cantiere già ad essa assegnato pur togliendole una fetta di interventi di circa una decina di milioni, si "alleggerirebbe" di molto il peso economico eccessivo della variante (oggi ben superiore al 20% dei costi originari, limite non valicabile per legge). Resterebbe l'incognita dei molti cambiamenti strutturali del progetto originario, che hanno comunque pesato moltissimo nel giudizio critico dell'Anac. Ed è questo, a oggi, il vero nodo dell'operazione che si tenterà di imbastire in Comune: come far rientrare i cambiamenti tecnico-progettuali in una perizia legittima, che non costringa ad azzerare tutto.

"In condizioni di legittimità - ha però ribadito Lucini ribadendo di credere nella prima ipotesi - è chiaramente interesse pubblico proseguire sulla strada seguita finora". Da sinistra: Gilardoni, Ferro e LuciniImpossibile, infine, non citare un passaggio pronunciato sul dirigente più nel mirino dell'Anac, ossia il responsabile del procedimento paratie oggi come già ai tempi di Bruni, Antonio Ferro. Al quale, l'Autorità sembra imputare la responsabilità procedurale di non aver avvertito all'inizio del mandato la giunta (che, tra l'altro, secondo Anac avrebbe dovuto deliberare sulle modifiche più importanti del progetto, non delegando tutto a provvedimenti dirigenziali) della necessità di rescindere subito il contratto con Sacaim e avviare una gara d'appalto del tutto nuova per finire i lavori. Il primo cittadino, però, a oggi non intende procedere ad avvicendamenti in quel ruolo: "Quando la vicenda sarà conclusa (ossia dopo le controdeduzioni del Comune e la valutazione finali dell'Anac, in autunno ndr) faremo tutte le valutazioni del caso - ha detto Lucini - Ma innanzitutto Ferro ha la responsabilità del procedimento e non dei contenuti tecnici del progetto. Inoltre, ho ritenuto importante sin dall'inizio avere continuità su progetto così complesso. Ritengo che il dirigente abbia le competenze necessarie, dunque, soppesando pro e contro, allo stato ritengo importante andare avanti così".

Spente le telecamere, riposti pc e taccuini, a Palazzo Cernezzi sono iniziati i 40 giorni più lunghi di sempre.

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