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Cronaca

Casetta, Ada Mantovani: "L'ok paesaggistico era obbligatorio e il Comune lo sapeva. Ecco le carte"

Una dichiarazione preliminare in consiglio comunale di Ada Mantovani (Adesso Como) rischia di inguaiare ulteriormente il Comune di Como nella vicenda della casetta sul lungolago. La consigliera ha rivelato che già nel contratto di sponsorizzazione...

Una dichiarazione preliminare in consiglio comunale di Ada Mantovani (Adesso Como) rischia di inguaiare ulteriormente il Comune di Como nella vicenda della casetta sul lungolago. La consigliera ha rivelato che già nel contratto di sponsorizzazione tecnica per la riapertura della passeggiata "Amici di Como" stipulato tra Consorzio Como Turistica e amministrazione era già chiaramente indicata la necessità di un'autorizzazione paesaggistica per poter installare la stessa struttura nella bufera in questi giorni. Mantovani, infatti, ha affermato che in quel contratto era già previsto "un servizio di preparazione e di somministrazione di street food lariano da parte di un'impresa, con l'impiego di un padiglione di legno di 45 metri quadrati, per la durata di 120 giorni sino al 28 agosto 2015 e con facoltà di proroga fino al 31 dicembre 2015 - udite udite - nel caso in cui il concessionario (i privati, ndr) dimostri di aver ottenuto l'autorizzazione paesaggistica".

ada-mantovani-9feb15Ovvero quella stessa autorizzazione sinora mai arrivata e nemmeno chiesta fino allo scoppiare della polemica, a dispetto della costruzione della casetta ancora prima della concessione ufficiale. Non è un caso, in questo senso, che proprio domani si riunisca la Conferenza dei servizi che unisce Comune, Provincia e Soprintendenza proprio per valutare la compatibilità paesaggistica della casetta, tema che inizialmente gli uffici comunali non avevano pensato di affrontare ignorando completamente la questione dell'impatto sul paesaggio.

Insomma, a conti fatti l'errore dell'amministrazione sembrerebbe doppio, perché non soltanto il via libera paesaggistico è sempre stato necessario, ma da anni esiste anche un documento che lo dice chiaramente. Ada Mantovani ha poi concluso indicando che "la concessione va revocata, non soltanto sospesa".

Sul tema è intervenuto anche il capogruppo di Adesso Como, Alessandro Rapinese, che ha chiesto alla giunta se siano stati presi provvedimenti "per valutare eventuali reati penali, perché altrimenti mi viene il dubbio che anche io potrei posizionare una casetta sul lungolago anche se non credo mi sarebbe garantita tanta tolleranza". "Mi chiedo anche - ha concluso Rapinese - cosa sarebbe successo se questa vicenda fosse accaduta ai tempi di Bruni. Eppure dal sindaco Lucini finora non ho sentito una parola".

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