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Carcere Bassone, sindacati contro la direttrice

Tanti problemi, anzi troppi, non solo secondo i sindacati della polizia penitenziaria ma anche secondo la delegazione dei Radicali Italiani e della Fondazione Exodus di don Mazzi che oggi ha visitato il carcere Bassone di Como. Valerio Federico...

Tanti problemi, anzi troppi, non solo secondo i sindacati della polizia penitenziaria ma anche secondo la delegazione dei Radicali Italiani e della Fondazione Exodus di don Mazzi che oggi ha visitato il carcere Bassone di Como. Valerio Federico (tesoriere del partito di Marco Pannella) e Roberto Sartori di Exodus hanno incontrato la stampa fuori dalla casa circondariale dopo averla visitata e avere constatato una serie di problematiche a loro avviso molto gravi, tanto da rendere il Bassone, come numerosie altre carceri italiane, un "luogo di illegalità".

Una visita, quella di Federico e Sartori, che arriva proprio all'indomani del comunicato stampa del Coordinamento unitario sindacale del comparto di sicurezza provinciale di Como che ha espresso durissime accuse alla gestione della direttrice del carcere Carla Santandrea. Nella nota stampa i sindacati fanno sapere di avere chiesto addirittura al provveditore delle carceri della Lombardia, Aldo Fabozzi, la rimozione della direttrice dal suo incarico a causa dei livelli di qualità che negli ultimi tre anni sarebbero "precipitati a livelli non più tollerabili". La criticata gestione avrebbe avuto come conseguenza numerosi episodi di proteste da parte dei detenuti, sempre più difficili da fronteggiare per gli agenti della polizia penitenziaria in forze al Bassone.

Il quadro delle problematiche è stato definito e illustrato da Federico e Sartori al termine della loro visita. Il primo aspetto negativo rilevato è il sovraffollamento: i detenuti sono 367 ma in teoria gli spazi disponibili sarebbero per 200 persone, quindi la delegazione Radicali-Exodus parla di un tasso di sovraffollamento del 180%. "La sentenza Torregiani dice che per ogni detenuto dovrebbero esserci almeno 7 metri quadrati di spazio - spiegano Sartori e Federico - e che sotto i 3 metri quadrati si parla praticamente di tortura. In nessun carcere italiano un detenuto ha a disposizione 7 metri quadrati".

C'è poi il problema del lavoro: "Il regolamento penitenziario viene disatteso anche da questo punto di vista. Solo 50-60 detenuti su 367 lavorano internamente al carcere e solo 3 esternamente. In queste condizioni la rieducazione di un detenuto è impossibile".

E ancora: magistrati di sorveglianza poco presenti nelle carceri italiane e carenza anche di educatori che nel caso del Bassone sono solo cinque.

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