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Bocciata la sfiducia contro Lucini. Lui: "Errori ma anche tante cose buone per Como"

Come previsto, al termine di due serate di dibattito in consiglio comunale, la maggioranza di centrosinistra ha respinto la mozione di sfiducia contro il sindaco Mario Lucini presentata dai gruppi di minoranza (e firmata anche dal consigliere...

Come previsto, al termine di due serate di dibattito in consiglio comunale, la maggioranza di centrosinistra ha respinto la mozione di sfiducia contro il sindaco Mario Lucini presentata dai gruppi di minoranza (e firmata anche dal consigliere comunale del Pd, Gioacchino Favara, che peraltro alla fine ritenendosi "soddisfatto del dibattito innescato anche dal mio gesto" non ha partecipato al voto uscendo dall'aula come il collega dem Raffaele Grieco). Presenti in aula 31 consiglieri, i voti favorevoli alla sfiducia sono stati 13 mentre contrari 18.

"Io vivo tra la gente, tutti i giorni, in centro come in periferia. Non nego i problemi, ma in questi 4 anni abbiamo fatto tante cose buone e tante altre ne possiamo dare ancora alla città. Per questo mi assumo le doverose responsabilità e confermo la disponibilità a rispettare il mandato di 5 anni che ci hanno assegnato gli elettori". Così, prima del voto finale sulla mozione, si era espresso il sindaco Mario Lucini al termine della discussione.

"Questa amministrazione ha seguito un percorso chiaro e sempre a carte scoperte - ha detto il sindaco - Abbiamo fatto questo a partire dal programma elettorale, sempre condiviso con la città. Anche sulle paratie abbiamo avuto aggiornamenti periodici con i consiglieri di minoranza tramite 10 incontri e abbiamo condiviso passo passo il lavoro con Regione Lombardia. Non voglio negare i problemi o le responsabilità, ma lo dico per dovere di verità".

paratie-19feb16-5Tornando sul tema del lungolago, Lucini ha affermato che "non corrisponde al vero che questi anni di lavoro siano diventati carta straccia, anche Anac ha riconosciuto necessità e la validità della terza perizia di variante. Quel lavoro non è lavoro sprecato nemmeno dopo la revoca dell'autorizzazione paesaggistica da parte della Provincia, che peraltro ha preso questa decisione perché sostiene, se in modo fondato oppure no lo vedremo, che in passato sono state realizzate opere che non sarebbero sanate dalla terza perizia. Ora bisogna capire se quanto realizzato sul cantiere è stato realizzato legittimamente e come comportarsi di conseguenza ma tutti sanno chi ha lavorato sul cantiere e chi ha lavorato per risolvere il problema nell'interesse della città. Altre strade sarebbero state forse più comode (il riferimento sembra alla rescissione del contratto in essere con Sacaim, ndr) ma non nell'interesse della città. Dunque non abbiamo operato per solitaria ostinazione e per superficialità ma il percorso è stato condiviso con tutti gli attori in campo nella partita".

"Per amore di verità - ha proseguito il primo cittadino - la condivisione è avvenuta anche con l'ente responsabile dell'opera (la Regione, ndr) fino all'ultima traccia del 22 marzo 2016 con cui ha scritto alla Struttura di missione per chiedere supporto a una soluzione ottimale della questione. In questa comunicazione dice che la rescissione del contrattato "appare come una soluzione che pone un elevatissimo rischio di contenzioso con l'impresa e con una dilazione dei tempi e un prolungamento delle condizioni di rischio per Como". Sempre nello stesso documento - ha riferito ulteriormente Lucini - la Regione ha definito più "rispondente all'interesse pubblico una variante che contenga le opere strettamente necessarie" per completare il cantiere.

Ampio il capitolo dedicato ai successi rivendicati all'amministrazione: "Impegno nel sociale, nuova urbanistica a consumo di suolo zero "contro quella che prima ha massacrato la città", il turismo aumentato in città del 36% sul 2015, la raccolta differenziata, i progetti di valorizzazione museale, un fermento culturale ma visto in questi termini mentre prima l'unico fermento era quella per la "sua" mostra", gli sforzi per il recupero del patrimonio comunale e per la lotta a morosità e abusivismi, il progetto per Villa Olmo, la mobilità misura d'uomo e le nuove piazze".

Infine, la risposta a chi lo ha accusato di essere arroccato nel palazzo e di essere lontano dai cittadini. "Io sono sempre nelle piazze, parlo in dialetto con il pensionato o con il nuovo cittadino che parla stentatamente l'italiano - ha affermato Lucini - Lasciando fuori tutti gli incontri istituzionali, ho avuto 840 appuntamenti in questi 4 anni, circa 2mila persone, 400 ore, 50 giorni lavorativi di 8 ore passati ad ascoltare la città. Ho avuto decine di incontri nei quartieri, e sentirmi accusare di scarsa partecipazione è quanto di più sbagliato si possa dire".

Dopo l'intervento di Lucini e prima del voto, era intervenuto in fase di replica conclusiva il relatore della mozione di sfiducia Marco Butti, del quale alleghiamo il discorso nel video integrale qui sotto.

https://www.youtube.com/watch?v=EZEaDdayOoY

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