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Cronaca Via Al Bassone

Bassone, situazione drammatica nel carcere di Como: 133 detenuti positivi al covid

Focolaio tra le mura del carcere: il grido dei sindacati

Sono ben 133 i detenuti positivi al covid secondo gli ultimi dati ufficiali forniti dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria in data 27 gennaio. 133 detenuti nel solo carcere di Como sui 714 circa positivi nei 18 Istituti presenti nella Regione Lombardia. Il dato, nella sua cruda e oggettiva realtà, dimostra che Como sta subendo i colpi di questa ondata pandemica ben oltre quanto sarebbe lecito attendersi. 

"Ben oltre i numeri sofferti da altre carceri che ospitano un numero maggiore di detenuti - ci spiega Dario Esposito, segretario provinciale di UILPA - Altrettanto impietosa risulta essere la situazione per quanto riguarda i colleghi della polizia Penitenziaria contagiati: sono 20 sui circa 180 presenti nei 18 Istituti lombardi, colleghi a cui ovviamente viene destinato il miglior augurio di pronta e piena guarigione."

"Al di là delle statistiche - continua Esposito - che in ogni caso costituiscono il miglior giudice sulle condizioni lavorative di Como, questa Organizzazione Sindacale vuole invitare la società a non considerare un problema marginale, trascurabile, da nascondere entro quattro mura quello del focolaio attivo nel carcere Comasco. La sicurezza di una società si fonda e si basa sulla sicurezza e sull’efficienza dei luoghi a cui affida l’espiazione della pena, del resto sono ancora vive le immagini dei tumulti e dei disordini che in tempi recenti sono sorti in molte carceri italiane in seguito al divampare di focolai. La sicurezza di un carcere non è un esclusivo interesse dell’operatore che svolge il suo servizio o di chi sconta una pena, è l’anticamera della sicurezza del cittadino comune".

Le richieste della polizia Penitenziaria

Per tutti questi motivi Uilpa ha da tempo chiesto la dotazione di mascherine ffp2 per tutti gli operatori penitenziari e ha domandato che i detenuti siano trattenuti nelle camere di sicurezza delle forze dell'Ordine che hanno eseguito l’arresto fino all’udienza di convalida, questo per non congestionare inutilmente le carceri col fenomeno delle “porte girevoli”.

Le condizioni lavorative all'intero del carcere di Como, secondo il resoconto dei sindacati, sono pessime: è anche successo che una sola guardia, contro ogni standard di sicurezza, dovesse prestare servizio contemporaneamente in una sezione con malati di covid e in altre non covid. Per arginare queste carenze è stato proposto di usare la sezione "trans" (che conta pochi detenuti) come una zona di quarantena ma per far questo bisognerebbe prima trasferire questi detenuti in un altro penitenziario. 

"È necessario - conclude Esposito - che l’enorme responsabilità della soluzione di questi problemi non venga lasciata alle incombenze dell’ultimo degli agenti, l’ultimo dei preposti, l’ultimo dei coordinatori, è necessario che la Gestione dell’ “Area Sicurezza” nell’Istituto Comasco possa finalmente dare una risposta concreta e tangibile a queste legittime e sacrosante rivendicazioni sindacali."

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