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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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"Baraccopoli" per i migranti della stazione: in arrivo un campo container

Nel pomeriggio di ieri il prefetto di Como Bruno Corda e il sindaco Mario Lucini hanno incontrato la stampa per presentare l’area dove saranno posizionati i moduli abitativi per l’accoglienza temporanea dei migranti. L’area, convenzionalmente...

Nel pomeriggio di ieri il prefetto di Como Bruno Corda e il sindaco Mario Lucini hanno incontrato la stampa per presentare l’area dove saranno posizionati i moduli abitativi per l’accoglienza temporanea dei migranti. L’area, convenzionalmente detta “San Rocco”, 2500 metri quadri, è di proprietà comunale e si trova in fondo a via Regina, di fianco al cimitero Monumentale. E’ già dotata di sottoservizi (fognatura, allacciamento idrico e allacciamento elettrico) ed entro metà settembre sarà allestita per ospitare 300 migranti in 50 strutture. Nell’area, visionata nei giorni scorsi dal Dipartimento per le Libertà Civili e per l’Immigrazione, sarà allestito anche un ambulatorio sanitario. Tutti gli interventi saranno finanziati dal Ministero dell’Interno e la gestione sarà affidata alla Croce Rossa Italiana.

“Da non comasco voglio innanzitutto complimentarmi con la cittadinanza per la compostezza con cui è stata gestita finora la situazione - ha spiegato il prefetto - Ho visto grande accettazione e grande pena nei confronti di queste persone e nessuna azione di disappunto. Il cuore dei comaschi non è mancato e in varie forme con cibo, soldi, medicine, interventi di volontariato, Como ha fatto sentire la sua vicinanza”. Il prefetto ha quindi ripercorso le tappe del fenomeno migratorio che ha iniziato ad interessare la città ai primi di luglio. Numeri inizialmente contenuti che sono via via aumentati e che hanno portato a rivedere l’iniziale organizzazione. “La risposta data è stata pronta e puntuale - ha proseguito Corda - D’intesa con noi, Prefettura, e con il coordinamento del Comune si è provveduto ad organizzare i vari servizi che hanno potuto contare sull’apporto fondamentale delle associazioni di volontariato. Lo Stato e la Regione sono sempre stati presenti e, ripeto, tutte le attività dei volontari rientravano e rientrano in una costruzione coordinata dal Comune”.

Per quanto riguarda l’ordine pubblico, il prefetto ha sottolineato come non si siano mai verificati problemi e che l’unico episodio registrato, con l’intervento delle forze dell’ordine, che con un presidio fisso sono sempre presenti alla stazione di Como San Giovanni, non abbia riguardato migranti. A fine luglio, come detto, il numero dei migranti è ulteriormente aumentato, portando le istituzioni a dare corso ad una serie di ulteriori interventi volti a migliorare le condizioni igieniche del parco della stazione e con l’attivazione di una postazione sanitaria fissa grazie alla disponibilità della Regione, offerta dagli assessorati alla Salute e all’Immigrazione mediante l’impiego di personale individuato dall’Azienda di Tutela della Salute dell’Insubria, d’intesa con l’Agenzia socio-sanitaria territoriale, la Croce Rossa Italiana, l’Ordine dei Medici, l’Ordine degli Infermieri e Federfarma. Ai primi di agosto il numero delle presenze ha imposto la necessità di creare un centro temporaneo di accoglienza, nella prospettiva dell’inserimento dei migranti nel circuito ordinario dei richiedenti asilo, attraverso l’apporto anche di consulenti legali e mediatori affinchè possano raggiungere una scelta consapevole. Da questa necessità si è avviata la verifica delle aree disponibili.

“Abbiamo valutato diverse soluzioni - ha spiegato Corda - La prima ipotesi è stata quella della Caserma De Cristoforis, ipotesi non praticabile perché la struttura nella sua parte alloggiativa non è da tempo più in uso e necessita di numerosi interventi all’impianto idrico, all’impianto di riscaldamento e parzialmente all’impianto elettrico. Peraltro, se pur in parte, inoltre, la caserma è tuttora in uso e sarebbe risultata difficilmente enucleabile la parte attualmente occupata da quella destinata ai richiedenti asilo. In ogni caso i tempi di realizzazione di questi interventi non sono compatibili con le esigenze di immediata disponibilità. E’ stata scartata anche l’ipotesi dell’area dell’ex scalo merci perché in parte è vicina a binari utilizzati dalle Ferrovie con conseguenti elevati rischi di sicurezza. L’area ex Stecav, a fianco del Comando della Polizia Locale (ndr, attualmente utilizzata per ospitare in due tende della Croce Rossa donne e bambini), è troppo piccola; l’area di Sant’Abbondio, infine, è attualmente in uso all’Università. Da qui la soluzione dell’area “San Rocco”, la soluzione che potrà essere operativa il prima possibile”.

“La risposta della città è davvero stata generosa - ha aggiunto il sindaco - Tutti sono stati presenti, i livelli istituzionali e i corpi sociali, dai singoli cittadini alle associazioni di volontariato. Ora sarà necessario seguire l’evoluzione dei flussi migratori perché solo così si capirà se la risposta sarà adeguata. Questo, del resto, è un fenomeno con il quale dovremo per forza misurarci, con responsabilità e consapevolezza”. Per quanto riguarda, infine, la situazione della stazione a seguito dell’avvio dei nuovi servizi di accoglienza, il prefetto ha spiegato “Viene data un’opportunità che sarà accompagnata da tutti i percorsi di assistenza, anche normativa. Con questa alternativa, quindi non si potrà continuare a restare nel giardino della stazione”.

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