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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Autosilo viale Varese, la verità nascosta: una durissima lettera del supergruppo dietro lo stop

Nella foto del 27 gennaio scorso a Villa Olmo, da sinistra: Luigino Nessi in piedi, Eva Cariboni, Vincenzo Sapere, Raffaele Grieco, Guido Rovi e in fondo in piedi col maglione rosso, l’ex assessore Gisella Introzzi Abbiamo - ho - peccato di...

Nella foto del 27 gennaio scorso a Villa Olmo, da sinistra: Luigino Nessi in piedi, Eva Cariboni, Vincenzo Sapere, Raffaele Grieco, Guido Rovi e in fondo in piedi col maglione rosso, l’ex assessore Gisella Introzzi

Abbiamo - ho - peccato di superficialità, ieri, nel dare in esclusiva la notizia del definitivo stop al progetto di autosilo in viale Varese. O meglio: la notizia è più che vera e certificata. Ma non è stato affatto un passaggio semplice, lineare e condiviso soltanto da sindaco e assessori a determinare l'abbandono dell'ipotesi. Dietro, c'è molto - ma veramente molto - di più. C'è la prima azione politica pesantissima dell'ormai noto "supergruppo" trasversale nella maggioranza di centrosinistra, ossia quel coagulo (oramai strutturato, sembrerebbe) di esponenti di gruppi e partiti diversi che ormai da tempo sta tracciando una strada parallela ma non collimante con il resto dei colleghi.

parcheggio-viale-varese-interrato-5La verità, infatti, è che poche ore prima che l'assessore Lorenzo Spallino portasse all'attenzione dell'esecutivo l'ultima proposta riveduta e corretta del progetto da parte del costruttore Angelo Majocchi, sulla scrivania di Mario Lucini era arrivata una lettera pesantissima. Con 7 firme, ossia tutte quelle del supergruppo: Guido Rovi, Raffaele Grieco e Vito De Feudis per il Pd; Italo Nessi per Como Civica; Luigino Nessi e Vincenzo Sapere per Paco-Sel; Eva Cariboni per Amo la mia cità. Tutti assieme - questo nucleo dell'ormai sempre più probabile lista civica trasversale per il 2017, pur sempre nell'alveo del centrosinistra - avevano praticamente intimato al primo cittadino di soprassedere in via definitiva, e senza ulteriori temporeggiamenti, sulla proposta di Majocchi e dell'autosilo. Nella lettera era anche scritto chiaramente che una scelta alternativa non sarebbe stata né compresa né accettata, anche perché riguardante un tema mai condiviso ai tempi del programma elettorale di coalizione e troppo importante per essere affrontato a mandato in corso.

Infine - secondo quanto abbiamo appreso - nel documento del supergruppo era anche contenuto un chiaro segnale diretto al primo cittadino, ma anche ad alcuni altri assessori della giunta, a evitare per il prossimo futuro che "la maggioranza della maggioranza" (come a indicare chiaramente che ormai il fronte unico del 2012 non esiste più, ndr) non potrà più prendere decisioni di forza su temi delicati per la città. Da tutto questo - oltre che anche da perplessità effettivamente diffuse in giunta - è nato l'addio finale all'operazione, come è stato riportato qui.

Insomma, scavando scavando, viene fuori uno dei potenziali passaggi chiave per l'interpretazione politica del presente e ancor più del futuro della giunta Lucini. E non è cosa da poco.

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