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Auto in sosta vietata, bus bloccati. Le scuse di Darko Pandakovic: "Una bestiata, mi vergogno"

La telefonata, per quanto doverosa, era oggettivamente di quelle scomode. A chi, d'altronde, piacerebbe essere interpellato da un giornalista per commentare una multa presa per aver bloccato, con la propria auto in sosta vietata, la circolazione...

La telefonata, per quanto doverosa, era oggettivamente di quelle scomode. A chi, d'altronde, piacerebbe essere interpellato da un giornalista per commentare una multa presa per aver bloccato, con la propria auto in sosta vietata, la circolazione degli autobus in pieno centro di Como (qui l'articolo)? A nessuno, probabilmente. Eppure, nel suo piccolo, quella chiamata - nel cuore di una piovosa domenica comasca - ha riservato una piccola, doppia lezione. La prima è la conferma che le notizie vanno verificate sempre, anche di fronte alla ipotetica prospettiva di prendersi una rispostaccia dall'interlocutore di turno. La seconda perché dall'altro capo del telefono ci si è imbattuti nella più onesta e trasparente delle assunzioni di responsabilità possibili. Cosa ovvia con il senno di poi ma - per esperienza - mai davvero scontata.

darko-pandakovicProtagonista della vicenda è l'architetto Darko Pandakovic, architetto conosciutissimo a Como, provincia e oltre, già sindaco di Brunate - dove, ironia della sorte, applicò un'ordinanza di divieto di accesso ai Suv in centro paese - e ieri inevitabilmente multato per aver lasciato la propria vettura esattamente all'incrocio tra via Fontana e via Cairoli, in un punto che ha letteralmente impedito ai pullman di linea di fare le manovre necessarie per quasi mezz'ora. Caos e multa i risultati inevitabili. Cortesia senza infingimenti, poco fa, nell'ammettere l'errore.

"Sì, ho fatto una bestiata - dice senza troppi giri di parole Pandakovic - Non ho scusanti. Ho lasciato la macchina in divieto di sosta per fare un salto in studio, convinto che non fosse d'intralcio alla viabilità. Dovevo stare via solo cinque minuti ma poi è subentrata una grave emergenza lavorativa che mi ha completamente occupato la mente e mi ha fatto perdere la cognizione del tempo. Mi vergogno dell'accaduto. Ripeto, non ho scusanti".

Ineccepibile.

Dario Alemanno

Emanuele Caso

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