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Cronaca

Il ricordo di Arturo Di Giulio: "Modello di dirigente, ma il sindaco lo mortificò"

“Come dirigente era preparatissimo e competente, dovrebbe essere preso come modello di responsabilità”. Il coro è unanime: Arturo Di Giulio, ex dirigente del Comune di Como scomparso sabato mattina 31 dicembre 2011 dopo una lunga malattia, viene...

“Come dirigente era preparatissimo e competente, dovrebbe essere preso come modello di responsabilità”. Il coro è unanime: Arturo Di Giulio, ex dirigente del Comune di Como scomparso sabato mattina 31 dicembre 2011 dopo una lunga malattia, viene ricordato dagli amministratori comunali come un modello di cui sempre di più si sente il bisogno. E tutti esprimono amarezza per il suo traferimento forzato, voluto dal sindaco Stefano Bruni e dal dirigente comunale Nunzio Fabiano, che lo vide passare dal settore Commercio all'Anagrafe prima, e poi all'Economato dove, dicono in molti, le sue capacità erano “sprecate”.

Mario Pastore, presidente del consiglio comunale di Como, lo ricorda come “una persona seria e rigorosa nel suo lavoro, con un grande senso di responsabilità rispetto al ruolo che ricopriva. Dovrebbe essere preso d'esempio da tutti i dirigenti, soprattutto i più giovani. Non ho mai compreso perché il sindaco Bruni e il segretario generale Fabiano, con iniziativa autonoma e non condivisa, abbiamo trasferito Di Giulio. Era tra le figure professionali migliori che il Comune poteva esprimere e al Commercio era davvero competente”.

Concorda il presidente di Confcommercio Como, Giansilvio Primavesi, che tante volte con Di Giulio si era trovato a confrontarsi su questioni e temi importanti per i commercianti della città: “Aveva una conoscenza del settore Commercio pari a nessun altro. E' evidente che c'è stato qualche problema a livello pilitico, ma non sta a me giudicare anche se a suo tempo, quando fu trasferito, non l'avevamo digerita bene perché con lui c'era sempre un dialogo aperto e costruttivo”.

“Di lui non si può non evidenziare – ricorda l'assessore Sergio Gaddi – la capacità di assumersi le proprie responsabilità. C'è bisogno di dirigenti come lui. Purtroppo nell'ultimo incarico che gli era stato affidato, all'Economato, era sottoutilizzato, non era un incarico alla sua altezza”.

Lo ricorda con gli stessi toni ed espressioni anche Marcello Iantorno, consigliere comunale del PD: “Di Giulio è stato un modello di pubblico amministratore per la competenza e la correttezza che hanno contraddistinto la sua attività, spesso pagando di persona e subendo discriminazioni, come quando venne da Bruni ingiustamente trasferito dal settore Commercio, amareggiandolo fortemente e costringendolo a rivolgersi al giudice del lavoro. Di Giulio ottenne anche ragione con la sentenza del Tar che affermò che il suo diniego all'autorizzazione del centro commerciale di Camerlata era giustamente motivato e corretto. Lo ricorderemo con riconoscenza”.

Una persona stimata, sia sul piano umano che professionale. Esperto della materia amministrativa, tanto che Alessandro Rapinese aveva dichiarato ufficialmente di volerlo “come Capo di gabinetto qualora diventassi sindaco”. “Era una persona incorruttibile – conclude Rapinese – e di straordinaria competenza. Vorrei tanto che fosse di ispirazione e preso a modello da altri dirigenti”.

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