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Cronaca Rovellasca

Rifiuti abusivi per realizzare opere pubbliche: sequestrata discarica di Rovellasca

Emesse quattro misure cautelari. Indagato l'ex vicesindaco

Ricevevano e smaltivano abusivamente rifiuti speciali non pericolosi e a fronte di questi sversamenti emettevano fatture false relative ad operazioni inesistenti. Nei guai sono finiti i titolari di una società che gestiva una discarica di Rovellasca dalla quale uscivano materiali per l'edilizia derivanti dal riciclo di quei rifiuti illeciti.
Dalle prime luci dell’alba dell'11 ottobre 2021 i carabinieri e i finanzieri del comando provinciale di Como, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Milano, nei confronti di 4 cittadini italiani: 2 misure agli arresti domiciliari, un obbligo di dimora ed un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Le indagini

Le indagini dell'inchiesta "Terre Fantasma" hanno permesso di delineare i profili di un disegno criminoso, finalizzato all'emissione e all'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, con l'obiettivo di nascondere lo svolgimento di una attività illecità di smaltimento e riutilizzo di rifiuti. Durante le indagini i carabinieri appartenenti alla stazione di Turate e al Gruppo Forestali di Como, insieme ai militari della compagnia della Guardia di Finanza di Olgiate Comasco, hanno monitorato le operazioni che avvenivano sulla discarica e raccolto prove dell'attività illecita.

discarica abusiva Rovellasca-2

Le indagini hanno avuto inizio nel novembre 2018 e hanno riguardato un sito di frantumazione rifiuti edili a Rovellasca, dove erano stati sversati, abusivamente, circa 16.500 metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi prodotti presso cantieri edili di diverse province lombarde, che poi venivano qui triturati in un impianto sprovvisto di autorizzazione e rivenduti come materiale da costruzione privo delle prescritte certificazioni. Nell'ambito della stessa inchiesta sono finiti indagati e denunciati l'ex vicesindaco e un dirigente comunale di Rovellasca. Tra le accuse ci sarebbe anche la corruzione.

Rifiuti riutilizzati per realizzare opere pubbliche

E’ risultato che il materiale così rigenerato, stoccato a Rovellasca (la discarica è stata posta sotto sequestro e con essa rifiuti per complessivi 5mila metri cubi), è stato utilizzato per la realizzazione di opere pubbliche quali il centro sportivo di Cislago (VA) (opera a carico della autostrada Pedemontana Lombardia S.p.A.) e l’“adeguamento parco sud ed attestamento linea s13 della k11 – linea Milano Saronno della stazione ferroviaria di Garbagnate Milanese” (commissionato da Ferrovie Nord S.p.A.), nonché per opere private in Ceriano Laghetto (MI), in luogo di materiale certificato. Le indagini, svolte attraverso numerosi servizi di appostamento e pedinamento, documentati con filmati, escussioni testimoniali, accertamenti documentali e di riscontro, hanno documentato 3.468 episodi di scarico di rifiuti, facendo emergere così un volume di affari assolutamente imponente.

Fatture false

Le operazioni di illecito smaltimento e riutilizzo dei rifiuti speciali venivano poi mascherate dietro l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, ciò al fine di non tener traccia del transito, trasporto e riciclo dei rifiuti edili conferiti ed anche per consentire ai soggetti conferitori di poter evadere le imposte rispetto ai costi sostenuti di illecito smaltimento, operazione che, diversamente, avrebbero potuto effettuare esclusivamente seguendo i canali ufficiali per il conferimento del rifiuto. Gli amministratori della società, così, oltre a rendersi responsabili del reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti hanno aggravato fortemente il quadro debitorio della società nei confronti dell’erario, esponendola ad un rischio del tutto prevedibile di accertamenti giudiziari oltre che fiscali. L’impresa, oltretutto, versava già in gravose condizioni debitorie nei confronti del fisco, a causa di precedenti frodi fiscali, già contestategli, fino al raggiungimento di un debito nei confronti dello Stato per quasi un milione di euro. Questa la ragione per cui, negli ultimi anni, gli amministratori societari avevano provveduto a distrarre gran parte degli asset aziendali verso una neo costituita impresa compiacente, in grado di proseguire l’attività commerciale.

Le perquisizioni

In queste ore, sono in corso, su gran parte del territorio delle provincie di Como, Varese e Milano, oltre 20 attività di perquisizione nei confronti degli ulteriori soggetti indagati, finalizzate alla cristallizzazione delle ipotesi di reato oggetto delle investigazioni, in particolare nei confronti degli utilizzatori delle fatture per operazioni inesistenti e presso gli uffici del comune di Rovellasca per accertare ulteriori violazioni in materia di reati contro la pubblica amministrazione per i quali procede la Procura della Repubblica di Como.

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