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Cronaca Piazza Giacomo Matteotti

Arrestato con 1,1 chili di droga dai vigili a Tavernola, evade dai domiciliari: denunciato

E' il 22enne comasco fermato dalla polizia locale nel settembre 2017

Era uscito di casa nonostante fosse agli arresti domiciliari, ma è stato fermato a un controllo dalla polizia locale di Como e quindi denunciato. Protagonista un 22enne comasco: il giovane era ai domiciliari perchè nel settembre 2017 era stato arrestato sempre dai vigili a Tavernola perchè trovato in possesso di un chilo e cento grammi di sostanze stupefacenti. Gli agenti erano risaliti a lui dopo che il giovane, volto già noto, non si era fermato all'alt. Lo avevano quindi aspettato fuori dalla sua abitazione finchè il ragazzo non era tornato per recuperare lo stupefacente dal sottosella del motorino parcheggiato in cortile. 
Nel primo pomeriggio di mercoledì 14 febbraio 2018, il ragazzo è stato fermato durante un posto di controllo in piazza Matteotti alla guida di un ciclomotore (peraltro sprovvisto di copertura assicurativa): il 22enne ha mostrato agli agenti il decreto con cui il Tribunale di Sorveglianza di Varese ha adottato il provvedimento restrittivo nei suoi confronti.
Per giustificare la sua presenza in città, il 22enne ha detto di essersi allontanato da casa per recarsi al Sert dove gli era stato fissato un appuntamento con un operatore. In più ha anche precisato di aver informato le forze dell’ordine.
Il giovane, però, era visibilmente agitato: un atteggiamento che non ha convinto gli agenti che hanno subito fatto delle verifiche. Dagli accertamenti è risultato che il ragazzo non aveva alcun colloquio in programma al servizio dipendenze di via Cadorna; per di più, l’assistente sociale che il ragazzo sosteneva di dover incontrare risultava in ferie.
Messo alle strette, “l’evaso” ha ammesso di essersi inventato tutto e di essere uscito di casa per esigenze personali. Il Pubblico Ministero di turno ha disposto di riaccompagnarlo al domicilio e di procedere alla denuncia a piede libero per il reato di evasione, punita dal Codice Penale con la reclusione da uno a tre anni. Il ciclomotore è stato sottoposto a sequestro amministrativo e trasportato presso la depositeria.

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