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I killer di Alfio Molteni sono fuggiti con la sua auto: ritrovata bruciata a Paderno Dugnano

Un agguato in piena regola. Le modalità – diversi colpi d'arma da fuoco esplosi alla schiena - hanno inizialmente fatto pensare a un omicidio legato alla criminalità organizzata, ma gli investigatori hanno scartato questa ipotesi quasi...

Un agguato in piena regola. Le modalità – diversi colpi d'arma da fuoco esplosi alla schiena - hanno inizialmente fatto pensare a un omicidio legato alla criminalità organizzata, ma gli investigatori hanno scartato questa ipotesi quasi immediatamente. Mentre sembra più plausibile l'ipotesi che l'omicidio sia legato a motivi economici o professionali. Alfio Molteni, 58 anni di Mariano Comense, è stato ammazzato intorno alle 21 di mercoledì mentre usciva dall'abitazione di Carugo, una villetta dove da poco abitava insieme al padre anziano, in via Garibaldi 32, nel centro del paese. Sembra che stesse andando a prendere alla stazione il figlio avuto dalla prima moglie. E' stato raggiunto da due proiettili sparati con un'arma da fuoco mentre varcava la soglia del cancello del cortile. Modello e calibro dell'arma dovranno essere identificati con precisione.

Un giallo in piena regola. Un mistero. Nessuno ha visto niente. Nessuno ha sentito gli spari, nonostante la presenza di un bar molto frequentato a una decina di metri dal punto in cui Molteni è stato assassinato. Secondo prime indiscrezioni non ufficiali il killer (ma già si parla di due uomini) avrebbe aspettato la sua vittima in piedi sotto la pioggia aspettando il momento giusto per fare fuoco. Poi l'assassino, insieme a un presunto complice, sarebbe fuggito a bordo dell'auto della vittima che è stata ritrovata incendiata a Paderno Dugnano il giorno dopo.

A lanciare l'allarme e a chiamare i soccorsi sarebbe stato un vicino di casa. I soccorsi sono giunti in pochi minuti ma i tentativi di rianimare l'uomo sono stati vani: è deceduto poco dopo il trasporto all'ospedale.

Ieri mattina sono intervenuti i Ris di Parma per setacciare e analizzare la scena del crimine. Saranno essenziali le loro rilevazioni, ma altrettanto importante è la ricostruzione del passato dell'uomo, sul quale i carabinieri hanno non pochi elementi visto che la vittima aveva denunciato in passato almeno due episodi di intimidazione. Il primo a maggio quando la sua macchina era stata data alle fiamme. Il secondo a luglio, quando una delle sue finestre di casa fu addirittura raggiunta da alcuni colpi di pistola. Chiunque lo volesse morto mercoledì sera è riuscito nel suo intento.

Insomma, Alfio Molteni temeva per la sua vita. Questo i carabinieri lo sapevano bene. Sarà anche per questo motivo che la famiglia non riesce a capacitarsi di come le forze dell'ordine, nonostante i precedenti, non siano riuscite a scongiurare il tragico epilogo.

L'uomo era un noto e stimato architetto, specializzato in interni e in design. La biografia sul sito internet del suo studio è fitta di illustri collaborazioni e lavori e sebbene avesse scelto come sede per la sua attività Mariano Comense, nel cuore dell'operosa Brianza, era spesso all'estero per lavoro, come Dubai, dove lavorava per il settore del lusso.
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