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Cronaca

Al bar dopo aver timbrato. Ecco come i dipendenti comunali si difendono

Da 11 giorni a 6 mesi di sospensione dal lavoro non retribuiti. E' quello che rischiano, come è ormai noto, i dipendenti comunali pizzicati dalla telecamera di Quicomo mentre andavano al bar subito dopo aver timbrato il cartellino al mattino. Per...

Da 11 giorni a 6 mesi di sospensione dal lavoro non retribuiti. E' quello che rischiano, come è ormai noto, i dipendenti comunali pizzicati dalla telecamera di Quicomo mentre andavano al bar subito dopo aver timbrato il cartellino al mattino. Per evitare la sanzione disciplinare e far valere le loro ragioni due dei tre dipendenti comunali si sono rivolti all'avvocato Giuseppe Gallo che ha presentato lunedì la memoria difensiva. Ora la commissione disciplinare formata dal segretario generale Tommaso Stufano, e dalle avvocatesse Marina Ceresa e Chiara Piatti, avrà sessanta giorni di tempo per accogliere tutte, in parte o nessuna delle istanze difensive. Due i principali punti su cui si incardina la difesa delle persone assistite dall'avvocato gallo. Prima di tutto, secondo la memoria difensiva al vaglio della commissione i cartellini sarebbero stati timbrati prima dell'inizio dell'orario lavorativo (tra le 7.48 e le 7.50) fissato alle 8 e la passeggiata con caffè si sarebbe conclusa con il ritorno in Municipio entro l'inizio dell'orario lavorativo, tuttalpiù pochissimi minuti dopo, e quindi con un ritardo praticamente trascurabile (si può parlare praticamente di “tenuità del fatto”). Il costo orario di un dipendente pubblico, si legge nella memoria difensiva, è di circa 10-11 euro all’ora che proporzionato al minuto è pari a 20 centesimi di euro. Tanto più, sostiene ancora la difesa, che entrambe le persone in questione, a conti fatti, a fine mese (era dicembre quando Quicomo ha pubblicato il servizio) avrebbero lavorato più ore del dovuto. Insomma, non avrebbero quindi sottratto tempo di lavoro all'amministrazione comunale.

La richiesta è quindi di archiviare il provvedimento disciplinare o al più di applicare una sanzione diversa e inferiore, come si legge nella memoria difensiva in cui si chiede si ricorda che si adotta la sanzione dal richiamo verbale a 4 ore di multa nel caso di “inosservanza delle disposizioni di servizio, anche in tema di assenze per malattia, nonché dell’orario di lavoro”. Mentre per "arbitrario abbandono del servizio” la sanzione va dal minimo di un giorno di sospensione al massimo di dieci giorni. Il secondo cardine su cui ruota la difesa è rappresentato dalle qualità professionali delle due persone considerate grande lavoratrici e dedite al lavoro, stimate dai colleghi al punto (aggiungiamo noi) da aver indotto i colleghi a promuovere una colletta per raccogliere fondi a sostegno delle spese legali che devono affrontare.

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