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Cronaca Montorfano / Via Per Alzate, 43

Montorfano, massacra il collega di botte e gli spacca il cranio sul luogo di lavoro

La vittima è un 50enne di Olgiate Comasco. La figlia dell'uomo: "Denunceremo l'aggressore per tentato omicidio"

Un episodio di violenza è avvenuto in una ditta di Montorfano, in via per Alzate, lunedì 19 febbraio 2019. Una lite tra colleghi è degenerata nel grave ferimento di uno dei due. A finire ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Sant'Anna è stato un uomo di 50 anni, sposato con figli, residente a Olgiate Comasco. L'uomo, stando al racconto della figlia, sarebbe stato aggredito da un collega di 45 anni di nazionalità senegalese con il quale aveva avuto già in passato alcuni dissapori. Il senegalese, circa due anni prima, era arrivato a sferrargli un pugno in faccia. A quell'episodio ne era conseguita una denuncia che, evidentemente, è stata mal digerita dal senegalese che nella giornata di lunedì sarebbe arrivato - questa è la versione della figlia della vittima - ad accanirsi con inaudita violenza sul collega con pugni e sopratutto calci.
L'aggressione avrebbe potuto avere forse un tragico epilogo se non fosse intervenuta una collega dei due che ha chiesto aiuto mentre l'aggressore sferrava calci alla testa del 50enne di Olgiate.

Il racconto della figlia

La figlia dell'uomo aggredito ha raccontato a QuiComo l'intenzione di denunciare il collega del padre per tentato omicidio. "Erano circa le dieci del mattino - ha raccontato - e mio padre stava guidando un muletto all'interno dell'area della ditta. A un certo punto il suo collega ha cominciato a inveirgli contro, forse approfittando dell'assenza di testimoni. Chissà, magari stava meditando di fargliela pagare per una vecchia denuncia di due anni prima. Mio padre ha cercato di avvicinarsi all'ingresso dello styabile della ditta sperando che qualcuno intervenisse ma la furia del collega è degenerata". 
Le ferite riportate dal 50enne sarebbero molto gravi: "Gli ha fracassato il cranio a calci. Il medico ha detto che un altro colpo lo avrebbe quasi certamente ucciso. Adesso mio padre dopo la terapia intensiva è stato portato al reparto di neurochirurgia in attesa di essere operato".

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