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Giovedì, 28 Marzo 2024

Dario Alemanno

Responsabile

Se la democrazia è una gentile concessione di chi governa

Il consiglio comunale ha deciso di non discutere la mozione di Rapinese contro la terza linea del forno inceneritore. Un precedente pericoloso

Cosa succede alla democrazia se solo la maggioranza può scegliere e decidere cosa discutere e cosa votare? Semplice, evapora. Senza un'opposizione, infatti, non può esistere democrazia. E una vera opposizione non può esistere se non ha gli strumenti per poter anche avanzare proposte e costringere chi governa a riflettere su questo o quel tema. Che democrazia è quella in cui l'opposizione può portare in discussione un tema solo su gentile concessione della maggioranza? Eppure è quello che rischia di accadere nel Comune di Como visto il precedente al quale abbiamo assistito lunedì sera, in occasione della seduta consiliare in cui si sarebbe dovuta discutere e votare la mozione con la quale Alessandro Rapinese chiedeva all'aula di esprimere parere negativo sulla realizzazione della terza linea del forno inceneritore di Acsm-Agam, quella che, per intenderci, servirà a bruciare i fanghi derivanti dalla depurazione. 
E' ovvio che la stragrande maggioranza dei cittadini vorrebbe che un impianto del genere non entrasse mai in funzione sul proprio territorio. Chi vorrebbe vivere nelle vicinanze di un impianto che brucia anche, bisogna pur dirlo, escrementi? Non bastano le tonnellate di rifiuti che ogni giorno transitano sul territorio cittadino per andare al forno? Bisogna portarci anche i liquami della depurazione?

Tuttavia, quello che sembrerebbe un parere negativo scontato, non lo è affatto. Il consiglio comunale ha, infatti, accolto la richiesta di sospensiva dell'esponente di Fratelli d'Italia, Mario Gorla, che ha chiesto di rinviare la discussione in attesa delle audizioni e degli approfondimenti da parte della commissione speciale di cui lo stesso Gorla è presidente. Insomma, quali che siano le vere ragioni per non affrontare la discussione, sta di fatto che è bastato chiedere una sospensiva per non parlarne. Ed è qui che appare per certi versi illuminante l'intervento del consigliere Fulvio Anzaldo che ha effettivamente fatto notare al presidente del consiglio comunale come questa sospensiva crei un precedente (pericoloso, aggiungiamo noi). Ogni volta che la minoranza propone una discussione su un tema scomodo per la maggioranza, questa può votare una sospensiva e decidere di non parlarne.

Quanto sia davvero un precedente pericoloso è rappresentato a nostro avviso dalla sconcertante risposta che il presidente Anna Veronelli ha dato all'osservazione di Anzaldo. Dopo avere citato l'articolo del regolamento comunale che effettivamente prevede la possibilità di presentare una richiesta di sospensiva ogni qualvolta la si ritenga necessaria, (purché ne si dia motivazione), Veronelli per tranquillizzare Anzaldo ha affermato che in tanti anni di consiglio comunale non ha mai visto la maggioranza avvalersi di questa possibilità. Una risposta che suona proprio come la conferma delle peggiori paure di Anzaldo. Infatti, il fatto che negli anni passati non ci si sia approfittati della sospensiva non significa che in futuro non la si possa sfruttare ogni volta che ci si voglia sottrarre al confronto. All'opposizione in linea teorica, dunque, è consentito portare in discussione temi e decisioni solo perché c'è una maggioranza "brava e buona" che glielo consente, ma cosa accade se la maggioranza decide di essere "meno buona"? Può anche accadere che un tema molto sentito dai cittadini non venga affrontato, come è successo nell'ultima seduta.

Se la democrazia è una gentile concessione di chi governa

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