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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Maurizio Pratelli

Collaboratore

Una finestra sul lago di Como

Uno spettacolo senza sosta e mai uguale

Riconoscenza, gratitudine. A volte basta un gesto, altre una parola. Ma spesso, inghiottitti dai nostri affanni quotidiano, ci dimentichiamo anche solo di dire grazie. Eppure, quando un luogo ti parla, quando entri in simbiosi con il suo racconto, tutto ciò che lo circonda sembra quasi prendersi cura di te. Ritrovare una finestra sul lago è come riaprire una valigia piena di ricordi e ricominciare a viverli. Così ho disteso la mia sponda preferita sul letto e ho aspettato che iniziasse a parlarmi. Poco a poco ha liberato le sue pagine fatte di suoni e silenzi.

Sono giorni di quasi estate, sul lago viaggiano tante nuvole e ancora poche barche. Il cielo e il sole si nascondono dietro una moltitudine di colori scuri che raccolgono pioggia per la prossima tempesta. Sembra quasi che l’acqua e la terra si siano messe d’accordo per tenere l’uomo ancora lontano da qui. Persino i pesci si nascondono, non sono giorni per timidi pescatori di città che si spaventano appena un cigno prende il volo con ali prepotenti. Eccolo qui il lago che riempie ogni spazio, che ti circonda e sovrasta.

Che si prende la tua anima asciutta per restituirla intrisa della sua doce vita. I suoi ritmi diventano i tuoi, ne scolpiscono ogni battito. Non hai nemmeno bisogno di muoverti, resti fermo ad assistere alla bellezza di una danza lenta, alle repliche di uno spettacolo senza sosta e mai uguale. Basta un soffio perché il cielo cambi umore e il lago si trasformi. Un susseguirsi di scene che spesso non lasciano nemmeno il tempo agli occhi di portarle via. Ti scorrono dentro con il loro movimento gentile, con il suono di onde che scavalcano la finestra e non chiedono nulla. Il lago è così, siede con te. E non ti lascia andare via. Come il buon vino. 

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Una finestra sul lago di Como

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