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Sabato, 20 Aprile 2024

Maurizio Pratelli

Collaboratore

Landriscina, il silenzio dell'assenza

Un cavaliere senza macchia e senza gloria

Non sarà mai il presenzialismo, o il protagonismo alla De Luca, a far grande un uomo delle istituzioni. Come sempre, nella vita come in politica, contano i fatti. Tuttavia, in mancanza di atti concreti, così tangibilili da non aver bisogno di riflettori, un sindaco dovrebbe almeno avere l'obbligo morale di far sentire ai cittadini la sua presenza. 

Invece, l'epoca Landriscina sarà ricordata come quella dell'assenza. Un vezzo, a volte persino nobile, che ci si può però permettere solo quando si schierato in campo 11 campioni che non hanno nemmeno bisogno di un buon allenatore. Ma sappiamo bene che così non è: la squadra è talmente modesta da trascinare nell'oblio anche navigati assessori come Gervasoni, solo ieri travolto dal caos del cantiere di via Borgovico.

Ma qui come altrove ha brillato l'assenza di Landriscina. Il quale, a parte qualche borbotto, non ha mai saputo né prendere in mano la situazione né far sentire la sua voce di primo cittadino. Si ha come la sensazione che il sindaco di Como voglia tenere illibato il suo mandato, un po' come quello di un cavaliere senza macchia e senza gloria. Eppure il ruolo imporrebbe ben altre battaglie, combattute anche attraverso una presenza che a volte imporrebbe l'uso se non del fucile almeno del megafono.

Invece regna l'assenza: il silenzio dietro il sipario di un teatro che sembra dimenticare il pubblico: un pubblico composto non da soli spettatori ma da migliaia di cittadini. Possiamo ben immaginare che Landriscina non sia alla ricerca di applausi né tanto meno di fischi. Ma un buon regista, pena la modestia della sua pellicola, non può non accorgersi di avere in scena molti attori fuori ruolo. E se così è, e così è, tocca almeno prendere il megafono in mano come faceva  Fellini.Nessuno gli chiede di essere un Maestro visionario e illuminato come il grande regista de La dolce vita, ma almeno di avere l'autorità di un buon padre di famiglia, questo sì.

Manca meno di un anno all'elezione del nuovo sindaco e di questo passo il quinquennio Landriscina lo ricorderemo, nella migliore delle ipotesi, come quello in cui non è successo nulla, un lungo periodo in cui Como è rimasta completamente ferma, e non per colpa della pandemia. Insomma un film dimenticabile, ma non innocuo, senza nemmeno una buona scena da ricordare. E se così è, e così è, come si potrà chiedere nuovamente ai comaschi la regia della città?

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