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Giovedì, 25 Aprile 2024

Dario Alemanno

Responsabile

Archiviato l'esposto all'Ordine: la pubblicazione di questa foto non viola alcuna norma deontologica

I pazienti covid in attesa all'ingresso delle ambulanze: per noi era ed è diritto e dovere di cronaca

Raramente mi sono trovato a scrivere in prima persona, ma oggi non posso esimermi. Ho ricevuto una raccomandata dal Consiglio di disciplina dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia dalla quale ho appreso che una collega di un altro gruppo editoriale nel maggio 2020 ha presentato un esposto contro di me per la pubblicazione della foto dei pazienti covid in attesa nell'ingresso ambulanze dell'ospedale Sant'Anna. Nella stessa raccomandata ho appreso che tale esposto è stato archiviato. Nei motivi della decisione viene detto che "la vicenda oggetto di segnalazione non è idonea ad integrare la violazione di alcun principio deontologico".

Non è stato necessario neanche convocarmi affinché il Consiglio giungesse a questa decisione, e di questo mi rallegro perché non ho dovuto spendere un minuto della mia vita per difendermi da accuse che ritenevo infondate, finanche pretestuose. Mi dispiace un po', invece, per la collega che nonostante un animato confronto su Facebook in cui spiegavo perché a mio avviso non fosse stata violata alcuna norma deontologica, ha voluto lo stesso spendere tempo ed energie per dimostrare in sede istituzionale di avere ragione. Chissà se sia stata così solerte nel presentare un esposto anche per la foto pubblicata il 12 ottobre scorso sul sito quotidiano.net (del gruppo editoriale Quotidiano Nazionale) in cui viene ritratta la foto di un cadavere che giace su un marciapiede in una pozza di sangue, senza alcuna parte censurata.

Mi duole che le ragioni che ci hanno spinto alla pubblicazione della foto dei pazienti covid non siano state comprese da alcuni colleghi di altre testate. Non vorrei che qualcuno di loro si sia risentito perché, pur essendo in possesso della stessa foto, ha capito con ritardo di avere commesso un errore di valutazione nel ritenerla impubblicabile. Forse non ne aveva verificato a sufficienza la veridicità, del resto si trattava di un'immagine che circolava su WhatsApp ed era facile credere che fosse una foto "fake". Ma non è anche questo che fa un gionalista, distinguere una notizia vera da una falsa? Dopo le opportune verifiche abbiamo ritenuto che la foto dovesse essere pubblicata perché non ledeva la privacy di nessuno (le persone ritratte non sono riconoscibili) e non spettacolarizzava sofferenze o disabilità. Ma cosa più importante, rappresentava una notizia. Insomma, abbiamo ravvisato l'interesse pubblico e per questo crediamo di avere assolto al compito che deve avere un giornale.
In fondo in quei terribili giorni per noi era doveroso far capire quanto grave stesse diventando la situazione legata alla diffusione del coronavirus e quella foto valeva davvero più di mille parole.

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