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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Maurizio Pratelli

Collaboratore

Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra

La lezione di Ada Mantovani

Fin troppo facile citare Giorgio Gaber con una delle sue canzoni più celebri, che non a caso arriva da un album del 1994 intitolato Io come persona. L'annuncio di Ada Mantovani, che ha deciso ufficialmente ieri sera di non ricandidarsi alle prossime elezioni comunali, rimette al centro del dibattito non tanto la questione delle differenze politiche tra destra e sinistra, presunte o reali che siano, ma, appunto, le persone con la loro storia e la loro sensibilità.

Se Gaber ironizzava, oramai già convinto negli anni '90 che le differenza fossero al minimo storico, più ostentate che reali, rimane il fatto che, al di là degli schieramenti, esista la propria coscienza, quella che ad esempio ha portato Maesani, Mantovani, Minghetti e Lissi, pur con le loro diverse sfumature di provenienza, a stare tutte insieme dalla stessa parte per i senzatetto a Como. 

Tutti, nessuno escluso, hanno sempre apprezzato l'onestà intellettuale di Ada Mantovani, fiera combattente oltre le barriere ideologiche. La sua infatti non è una resa ma una lezione. E non perché non vi debbano essere differenze nelle proprie radici politiche, che andrebbero sempre evidenziate più nei fatti che nelle parole. La lezione che ha dato Mantovani nei suoi anni a Palazzo Cernezzi è stata quella di capire cosa è giusto e cosa è sbagliato, non cosa è di destra e cosa è di sinistra. Non importa da quale parte siedi ma conta solo il bene della comunità. Senza badare agli opportunismi elettorali di partito.

Va da sè che la politica tutta perde una figura che ha saputo mettere il cuore davanti ai simboli. Le sue parole di commiato sono una lezione per tutti. Una sofferta riflessione su ciò che dovrebbe essere il ruolo di un consigliere comunale, di destra o di sinistra che sia. Che non vuol dire ammainare i propri vessilli ma nemmeno usarli come coperta della propria coscienza. Una vocina che in questo caso ha consigliato a Mantovani di farsi da parte, convinta che la sua storia avesse un peso al quale rispondere. Una scelta assai onorevole, non da tutti, che merita rispetto.

Tuttavia, proprio per il suo profilo, quella di Ada Mantovani è una grande perdita per tutta la politica comasca. Di destra e di sinistra. Sia per chi mangia la cioccolata svizzera sia per chi mangia la Nutella. 

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