rotate-mobile
Editoriale

Broletto, dead point

Sfrattato l'info point, il suo futuro resta avvolto nel mistero

Mentre in via Albertolli si è festeggiata ufficialmente questa mattina la nascita del nuovo info point, ne scriviamo a parte, il Broletto rimane chiuso in attesa di un'idea che dia un senso al suo futuro. Se ci sono nuovi progetti e in quali tempi verranno realizzati, al momento non è dato sapere; sulla questione la parola d'ordine dell'assessore al Turismo Simona Rossotti è una sola: "no comment".

Rimangono quindi vive le perplessità di un'operazione tutta da comprendere, perché i trionfalismi sul recupero di piazza Gobetti meritano almeno qualche osservazione.

Va da sè, infatti, che il suo restyling prende il via dalla sistemazione del verde offerta dal Rotary di Como, che ha conseguentemente avviato il recupero da parte del Comune dell'intera area. L'insediamento del nuovo info point e l'apertura di un nuovo ristorante, hanno fatto il resto. Ora, qual è il punto? Che per quanto si possa sostenere, persino con ragione, che l'area è recuperata, resta da capire se per farlo era necessario spostare l'info point dal Broletto all'angolo tra piazza Gobetti e via Albertolli. Se al suo posto ci fosse stato un secondo ristorante o un bar, in ottica recupero probabilmente non sarebbe cambiato nulla. Ma soprattutto sentire, come abbiamo sentito questa mattina, che l'info point si è insediato in un posto bellissimo, vista la location precedente, fa quanto meno sorridere.

All'ufficio turistico del Broletto - situato nel cuore storico della città, in quell'area tra piazza Grimoldi, il Duomo e i Portici Plinio, rinata grazie a una delle operazioni più belle per la città degli ultimi 30 anni - ci si andava praticamente a sbattere; ora, invece, lo si deve cercare e quando lo si trova si incontra una delle vetrine più anonime di Como. Se andare in affitto (a discapito di un edificio di proprietà di Palazzo Cernezzi) avrà avuto un senso, lo sapremo solo quando capiremo che fine farà il piano terra del Broletto, per il quale la precedente amministrazione aveva speso oltre 400.000 euro nell'estate del 2015. 

Bruciarli così, magari per un capriccio politico, sarebbe imperdonabile. A meno che, appunto, non arrivi una grande idea. Pensare che possa diventare la sede di una piccola casa della cultura, dove raccogliere e diffondere tutte le attività di Como e dintorni, mostre, concerti, incontri, festival, potrebbe essere un buon suggerimento. Noi ci proviamo, come cantano i Sulutumana, cercando bellezza. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Broletto, dead point

QuiComo è in caricamento