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Variante Delta, l’infettivologo: “Il vaccino protegge, ma solo a completamento dello schema vaccinale”

“Lasciare al virus la possibilità di diffondersi, gli conferisce possibilità di ulteriori mutazioni per lui vantaggiose. L’unica cosa da fare è vaccinare al più presto tutta la popolazione vaccinabile”. L’intervista al dott. Alessandro Perrella

La rapida avanzata nel mondo della variante Delta con il conseguente incremento dei contagi sta mettendo in allerta molti Paesi, tra cui l’Italia. Nella settimana dal 19 al 25 luglio sono saliti a quota 132 le aree e i territori che hanno registrato casi di questa variante, oramai dominante in Europa. All’origine della sua diffusione così veloce, una maggiore trasmissibilità, anche tra i più giovani, un minore tempo di incubazione e una maggiore carica virale, caratteristiche genetiche che la rendono fra il 50% e il 60% più contagiosa rispetto all’Alfa. "Ma - spiega a Today l’infettivologo Alessandro Perrella - le patologie respiratorie causate dall’infezione, registrate sino ad oggi, nei soggetti non vaccinati, non sono molto gravi, e il numero di ricoveri e dei decessi non hanno avuto, per ora, un incremento significativo nelle ultime settimane”. C'è una diffusa preoccupazione che i vaccini anti-Covid, attualmente in uso, possano aver ridotto la loro efficacia contro le varianti del Sars-CoV-2. Su questo Perrella rassicura: “I vaccini sono efficaci, ma per essere protetti, occorre completare lo schema vaccinale”. Tanti i dubbi anche sulla protezione che conferisce il vaccino: “Se io mi vaccino, posso sviluppare la malattia da Covid-19?” ,“Se io mi vaccino, posso replicare il virus?”, “Se io mi vaccino posso essere contagioso?”. Con l’aiuto del dott. Alessandro Perrella, dirigente infettivologo dell’ospedale di Napoli A. Cardarelli, abbiamo provato a rispondere alle domande più frequenti.

Dott. Perrella, secondo l’ultimo report dell’OMS, la variante Delta è quella che si sta diffondendo con maggiore rapidità, in Europa e nel resto del mondo. Siamo agli inizi della quarta ondata?

“E’ ancora prematuro parlare di quarta ondata, tuttavia, quello a cui stiamo assistendo sono, verosimilmente, i prodromi di questa. Abbiamo, oggi, strumenti molto più efficaci di quelli che avevamo a disposizione circa un anno fa, possiamo ancora arrestare il dilagare dei contagi ed evitare, quindi, che il virus abbia maggiori opportunità di replicazione con insorgenza o diffusione di ulteriori varianti o di mutazioni puntiformi nell’ambito della stessa variante”.

Quali sono le caratteristiche di questa variante? E’ più contagiosità e letale delle precedenti?

“Ha una maggiore capacità di diffusione. Non vi sono ancora report che parlino di maggiore letalità, ma, come suggerivo prima, lasciare al virus la possibilità di diffondersi gli conferisce possibilità di ulteriori mutazioni per lui vantaggiose”.

Le malattie delle vie respiratorie associate a questa variante sono gravi? E’ aumentato il numero dei ricoveri e dei decessi nelle ultime settimane?

“Le patologie respiratorie registrate sino ad oggi nei soggetti non vaccinati, non sono molto gravi. Va considerata, tuttavia, la variabilità interindividuo ed il fatto che in questa fase stiamo comunque registrando soggetti infetti più giovani. Il numero dei ricoveri, tuttavia, non ha avuto un incremento significativo nelle ultime settimane nè un aumento del numero di decessi”.

I vaccini anti-Covid proteggono anche dalla variante Delta?

“I vaccini anti-Covid proteggono dalla variante Delta: vi sono piccole diversità per le mutazioni aggiuntive, ma, in generale, proteggono e conferiscono protettività con entrambe le dosi, per cui è fondamentale vaccinarsi completando lo schema vaccinale (ovvero 2 dosi per quei vaccini che le prevedono)”.

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Sulla protezione dei vaccini c’è un pò di confusione. Proviamo a fare chiarezza:

• Se io mi vaccino, posso sviluppare la malattia da Covid-19? “In una percentuale molto bassa sì, ma come infezione transitoria e di breve durata senza necessità di ospedalizzazione”.

• Se io mi vaccino posso replicare il virus? “Sì, ma a seconda di alcune variabili, come le caratteristiche del sistema immunitario, la replicazione sarà più o meno bassa rispetto ad un soggetto non vaccinato che non possiede anticorpi anti-spike che - ricordiamolo - è la proteina virale che consente al virus di penetrare nella cellula bersaglio”.

• Cosa mi accade (da vaccinato) se entro in contatto con il virus? Dopo quanto tempo l’organismo debella il virus? Nell’arco di tempo in cui il virus alberga nel mio organismo, posso essere contagioso? “Se (da vaccinato) si entra in contatto con il virus, il sistema immunitario che ha già imparato a conoscerlo e a produrre anticorpi grazie al vaccino, sarà pronto a produrne altri per evitare che il virus penetri e sviluppi la malattia. Questo è quello che  avviene con tutti i virus per i quali si ha un vaccino, con differenze relative al virus stesso. Mi spiego meglio: quando un virus penetra nell’organismo di un soggetto vaccinato, in base al suo sistema immunitario ed alla fitness (idoneità) virale, saranno rilevabili viremie transitorie in attesa della produzione anticorpi che, solitamente, diventa prontamente esecutiva in un periodo di tempo molto più breve rispetto a quello che accade con una infezione idi un soggetto non vaccinato”.

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