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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Salute

La malattia di Alzheimer è diversa tra uomini e donne

Il 21 settembre Giornata mondiale dell’Alzheimer

In occasione della Giornata mondiale sull’Alzheimer, che ricorre il 21 settembre, l'Università Insubria evidenzia uno studio che ha evidenziato che l’Alzheimer modifica l’interazione tra le proteine e la fisiologia delle cellule in modo differente tra uomini e donne. L’articolo, pubblicato su Cell Reports, è frutto di una ricerca condotta dal professor Loredano Pollegioni responsabile del laboratorio The Protein Factory 2.0 dell’Università dell’Insubria e supervisore del lavoro, da Gabriella Tedeschi dell’Università degli Studi di Milano, Paola Coccetti dell’Università di Milano-Bicocca e Nadia Canu dell’Università di Roma Tor Vergata. Allego il comunicato stampa condiviso con gli Atenei coinvolti, una grafica della ricerca e due fotografie del professor Loredano Pollegioni.

Uno studio, coordinato dalla Statale di Milano in collaborazione con l’Università dell’Insubria, di Milano-Bicocca e di Tor Vergata ha evidenziato che l’Alzheimer modifica l’interazione tra le proteine e la fisiologia delle cellule in modo differente tra uomini e donne. La pubblicazione su Cell Reports

Una donna che soffre della malattia di Alzheimer presenta un profilo metabolico differente da un uomo con la stessa patologia perché la malattia attiva o meno, a seconda del sesso, differenti meccanismi fisiopatologici. 

Per chiarire le alterazioni connesse all’invecchiamento rispetto a quelle connesse alla patologia, uno studio molecolare (cosiddetto “omico” perché basato su analisi di trascrittomica, proteomica e metabolomica, anche di tipo chirale) è stato effettuato da un team di ricerca costituito da  Gabriella Tedeschi, docente di Biochimica dell’Università degli Studi di Milano, il professor Loredano Pollegioni responsabile del  laboratorio The Protein Factory 2.0 dell’Università dell’Insubria,  la professoressa Paola Coccetti dell’Università di Milano-Bicocca e la dottoressa Nadia Canu, docente dell’Università di Roma Tor Vergata, sotto la supervisione del professor Loredano Pollegioni.

Rappresentazione grafica delle alterazioni nel metabolismo del cervello_ differenze tra uomini e donne nell’invecchiamento-2

Il lavoro, pubblicato sulla rivista Cell Reports, ha analizzato campioni post mortem di ipotalamo da cervelli di uomini e donne con un invecchiamento normale e da pazienti affetti dalla malattia di Alzheimer.  

Le analisi hanno evidenziato profonde differenze in termini di vie metaboliche alterate tra i controlli sani e le coorti maschili e femminili dei pazienti. In particolare, una diminuzione della risposta insulinica è evidente nella sindrome di Alzheimer confrontando le donne con i maschi. Inoltre, il metabolismo dell’aminoacido serina (che genera un importante neuromodulatore, la D-serina) è significativamente modulato: negli uomini, durante un normale invecchiamento, il rapporto D-Ser/serina totale rappresenta una strategia per contrastare il declino cognitivo legato all'età, mentre nelle donne tale valore è modificato solo durante l'insorgenza della malattia di Alzheimer.  Ciò è di particolare interesse in quanto la D-serina modula la neurotrasmissione dovuta ai recettori NMDA e poiché il suo livello nel sangue è stato recentemente proposto come biomarcatore precoce di tale patologia.

“Questi risultati”, spiega Elisa Maffioli, ricercatrice di Biochimica della Statale di Milano e prima autrice del paper, “mostrano come la malattia di Alzheimer cambia e, per certi aspetti, inverte alcuni aspetti della mappa proteomica e dei profili metabolomici nei due sessi, evidenziando così come diversi meccanismi fisiopatologici siano attivi o meno in base al sesso e aprendo alla possibilità di intervenire con innovativi approcci terapeutici differenziati tra uomini e donne”, conclude Maffioli.

La ricerca è stata finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca, progetto PRIN 2017 (Dissecting serine metabolism in the brain, n. 2017H4J3AS).

Questo lavoro è dedicato alla memoria della professoressa Nadia Canu che è mancata recentemente e che ha contribuito significativamente al successo del progetto stesso. 
 

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