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Ospedale Valduce, chiude il pronto soccorso pediatrico. Alessio Butti: "Areu e Sant'Anna non ne sapevano nulla"

L'onorevole di Fratelli d'Italia critico sulla gestione sanità nel Comasco

Dal 1 agosto chiudono degenza e Pronto Soccorso pediatrico dell’ospedale Valduce. Rimangono ambulatori e quanto connesso al parto, cioè nido e neonatologia. Qualche mese fa è stata chiusa anche la terapia intensiva neonatale. La comunicazione dell’ospedale Valduce, inviata ad ATS, parla di “sospensione temporanea”. Tuttavia il parlamentare comasco di Fratelli d'Italia, l'onorevole Alessio Butti, è assai critico: "Sappiamo che in Italia nulla è più definitivo del temporaneo".

"La notizia era nota da tempo - commenta Butti - ma ho voluto capire se AREU e ospedale S. Anna ne fossero a conoscenza poiché mi pare ovvio che chi si occupa dell’emergenza urgenza e l’ospedale sul cui pronto soccorso pediatrico si riverseranno i genitori di bambini bisognosi di cure immediate debbano essere coinvolti in decisioni logistiche di questa portata. Purtroppo non sapevano nulla anche se ho la certezza che , come sempre, risponderanno in modo impeccabile al bisogno. Il problema è capire come e dove vengano assunte decisioni di questa portata, atteso che sulla salute della gente, dei bambini in particolare, non si scherza. Il problema è capire il motivo per cui ATS non abbia comunicato la decisione alle strutture sanitarie e alla gente. Il problema di questa “programmazione”, quantomeno incerta, è economico? È dovuto alla carenza di pediatri? È causato dal pessimo trattamento riservato ai medici ospedalieri, atteso che la medicina generale, forse, sta anche peggio?".

Duro l'affondo del parlamentare comasco contro il governo e la gestione della Sanità nel territorio lariano (e non solo): "Su questi temi, specie in fasi così complesse come l’attuale, bisogna fare chiarezza. Da quattro anni proponiamo interventi a livello nazionale per risolvere la carenza di medici, ospedalieri e non, e di infermieri. Per migliorarne la qualità del lavoro e le retribuzioni. Silenzio quasi assoluto da parte del ministro Speranza e dei governi avvicendatisi. Sulla medicina del territorio abbiamo, con rabbia, protestato per un intervento forte delle amministrazioni competenti (nazionali e regionali). Nei colloqui che ho richiesto mi hanno anche paventato la chiusura dell’ospedalizzazione domiciliare un tempo lanciata come “grande soluzione” sia per la qualità delle cure che per diminuire la pressione sugli ospedali". 

"Per carità - prosegue Butti - va anche compresa la situazione di qualche ospedale che ancora non ha ricevuto quanto promesso, in termini economici, durante l’emergenza covid. Anche su questo il ministro del Governo dei Migliori latita. Intervengano immediatamente il ministro della Salute Roberto Speranza e l’assessore regionale Letizia Moratti, che interpellerò personalmente, perché questa situazione venga quanto prima risolta. Como - conclude il parlamentare - non merita anche questo affronto e per quanto mi riguarda lotterò in qualsiasi sede".

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