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Sabato, 20 Aprile 2024
Cura della persona

Caregiver: la tragedia di chi assiste un famigliare con Alzheimer

In un report i dati di Como, tra dramma spicologico e difficoltà economiche

L’Alzheimer, lo sappiamo, è una malattia che coinvolge oltre al paziente tutta la sua famiglia, con un’incidenza negativa sulla qualità della vita davvero spaventosa. A tracciare dati precisi riguardo ai caregiver, cioè appunto i familiari che assistono un malato di Alzheimer, è un report di Reale Mutua, stilato in occasione del mese dedicato all’attenzione su questa patologia. I dati parlano di 6000 persone colpite dalla malattia in Italia e spesso sostenute principalmente dalla famiglia. Diffusi città per città, i numeri fanno emergere anche a Como un quadro allarmante. Il 35% degli abitanti del comune dichiara che l'impatto più forte e provante è quello che si realizza nella sfera psicologica ed emotiva, un altro 35% è particolarmente preoccupato anche per le ripercussioni economiche su tutto il nucleo familiare, che derivano dai costi delle cure. Secondo il Censis infatti, a livello nazionale, degli 11 miliardi di euro spesi per l'assistenza ai malati di Alzheimer, il 73% addirittura sarebbe a carico delle famiglie.

Osservatorio Reale Mutua_Alzheimer_Como-2

Per il 28% dei comaschi l'aspetto più difficile da gestire quando si assiste un familiare è il suo cambiamento dal punto di vista personale e relazionale, per il 20% la paura che il paziente possa far male a sé stesso o agli altri. È invece la regressione psichica del malato a preoccupare maggiormente il 9% dei comaschi. Il report fa luce anche su quali siano i segni più allarmanti per i famigliari, nella prima fase della malattia: per il 26% sono l'incapacità da parte del malato di svolgere azioni abituali, per il 24% il disorientamento spazio-temporale, in particolare con la preoccupazione che il malato possa perdersi o disorientarsi quando si trova in strada, a destare preoccupazione è però anche l’incapacità di ricordare dove sono gli oggetti all'interno della casa, anche quelli di uso più quotidiano e indispensabile. Per il 13% invece il problema più forte e quello della dimenticanza dei nomi dei congiunti.

Dati anche su quali siano le realtà da cui i comaschi si percepiscono più sostenuti: per un 26% sono le associazioni nazionali o territoriali ad aiutarli maggiormente, per il 24% le strutture private, mentre soltanto il 7% si sente tutelato dal sistema sanitario nazionale. Desta allarme il fatto che il 65% degli abitanti del Comune di Como dichiari di non conoscere progetti specifici sul territorio, dedicati all'assistenza ai malati di Alzheimer. Ma quali sono di fatto le soluzioni che i caregiver adottano o vorrebbero poter adottare? Due comaschi su tre opterebbero per servizi di assistenza domiciliare, magari con l'integrazione di attività presso centri diurni. Oltre un comasco su quattro vede come soluzione efficace la possibilità di avere una flessibilità oraria sul posto di lavoro, che gli permetta di conciliare quest'ultimo con l'assistenza al proprio congiunto. È il 74% degli abitanti a mostrarsi interessato alla possibilità di essere aiutato a gestire l'impatto psicologico della propria situazione familiare attraverso la frequentazione di uno psicoterapeuta.  

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