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Alimentazione

Quanti caffè bere al giorno per abbassare la pressione

Secondo una nuova ricerca, chi beve regolarmente caffè ha una pressione sanguigna più bassa, sia a livello periferico che a livello centrale, rispetto a chi non ne beve affatto

Il caffè è tra le bevande più consumate al mondo. Si stima che tra il 2020 e il 2021 siano stati consumati quasi 10 milioni di tonnellate a livello globale. Sebbene in passato si credeva che il caffè potesse avere conseguenze negative sulla salute, già da tempo numerosi studi hanno dimostrato l'esistenza di effetti benefici associati al suo consumo. I consumatori abituali sembrano essere esposti a un rischio più basso di sviluppare malattie cardiovascolari e del fegato, diabete di tipo 2 e malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer. Un recente studio, condotto dalla Semmelweis University di Budapest, ha dimostrato inoltre che bere da mezza a 3 tazzine di caffè al giorno riduce il rischio di ictus, infarto e morte per qualsiasi causa. Tuttavia, non è ancora chiaro a cosa siano dovuti questi benefici. Poiché questi effetti sono stati registrati anche tra chi consuma caffè decaffeinato, non sembra siano legati direttamente al ruolo della caffeina, che è solo uno dei diversi componenti del caffè.

Ora, un nuovo studio, condotto dai ricercatori dell'Università di Bologna e dell'Irccs Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna - Policlinico di Sant'Orsola, ha scoperto che bere caffè ogni giorno aiuta anche a mantenere la pressione sanguigna bassa. Secondo la ricerca, chi beve regolarmente caffè ha una pressione sanguigna significativamente più bassa, sia a livello periferico che a livello centrale, rispetto a chi non ne beve. "Sappiamo che la caffeina può contribuire ad aumentare la pressione sanguigna - ha affermato Arrigo Cicero, professore al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell'Università di Bologna e primo autore dello studio -, ma altri componenti bioattivi nel caffè sembrano controbilanciare questo effetto, con un risultato finale positivo rispetto ai livelli della pressione". La ricerca è stata pubblicata sulla rivista ‘Nutrients’.

Ipertensione: quando la pressione è alta

L’ipertensione, detta comunemente pressione alta, è un disturbo della pressione sanguigna (l’intensità con cui il sangue scorre nei vasi) caratterizzato da un suo valore a riposo più alto rispetto a valori fisiologici normali. I valori normali in età adulta sono compresi tra 115 e 120 mmHg per la massima (sistolica) e tra 75 e 80 mmHg per la minima (diastolica). Quando superano 140 per la massima e 90 per la minima allora c’è ipertensione.

A soffrirne, oggi, sono circa 16 milioni di italiani (33% uomini e 31% donne), tuttavia solo il 50% di questi è consapevole di avere la pressione alta. Questo perché la patologia è generalmente asintomatica, ciò significa che non ci si accorge di soffrirne finché non si va dal medico o non si controlla la pressione con costanza. In alcuni casi può, invece, manifestarsi con dei sintomi chiari come l’arrossamento del volto, vampate di calore, problemi di insonnia, mal di testa, vertigini e nausea. E’ importante diagnosticarla in tempo e non sottovalutarla perché se non trattata aumenta il rischio di sviluppare cardiopatie (come insufficienza cardiaca, attacco cardiaco o morte cardiaca improvvisa), insufficienza renale o ictus in età precoce.

Lo studio

Per analizzare l'associazione tra il consumo di caffè e i parametri della pressione periferica e centrale, i ricercatori hanno arruolato un campione di 720 uomini e 783 donne, parte del Brisighella Heart Study (uno studio osservazionale coordinato da Claudio Borghi, professore al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell'Università di Bologna). Per ognuna delle persone individuate, sono stati confrontati i livelli della pressione sanguigna e le abitudini di consumo del caffè, insieme a una serie di altri dati clinici.

Il caffè abbassa la pressione arteriosa e di pulsazione

I risultati dello studio hanno mostrato che la pressione arteriosa periferica è decisamente più bassa nei soggetti che consumano da una fino a tre tazze di caffè al giorno rispetto ai non consumatori di caffè. Un consumo in linea con il parere scientifico dell'autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che afferma che 400mg di caffeina al giorno (circa 3-5 tazze di caffè) sia la dose corretta per la maggior parte degli individui. “Grazie a questo studio - ha affermato Cicero -, per la prima volta abbiamo potuto confermare questi effetti benefici del caffè anche rispetto alla pressione aortica centrale, quella vicina al cuore, dove si osserva un fenomeno quasi identico, con valori del tutto simili per chi beve abitualmente caffè rispetto ai non consumatori”.

I dati hanno mostrato infatti valori più bassi per i consumatori di caffè sia nella pressione sistolica (alta) che nella pressione di pulsazione (la differenza tra pressione massima e minima), e sia a livello di circolazione periferica che per la pressione aortica centrale. “Tutti risultati - hanno concluso i ricercatori - confermano gli effetti positivi del caffè per la mitigazione del rischio di malattie cardiovascolari”.

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