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Alimentazione

Sviluppato nuovo farmaco che fa perdere fino a 20 chili

Si tratta di un farmaco sperimentale che viene somministrato una volta al mese tramite iniezione ed agisce come gli ormoni naturali, cioè sopprimendo l’appetito

L'obesità non è una condizione riconducibile a uno stile di vita scorretto, ma una vera e propria patologia, e come tale dovrebbe essere trattata. Si tratta, infatti, una malattia cronica multifattoriale che dipende da diversi fattori genetici, ambientali e psicologici, ed è associata allo sviluppo di malattie croniche non trasmissibili come diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, ipertensione, malattie del fegato e almeno 12 tipi di tumori. “Bisogna sfatare l'idea errata che l'eccesso di peso sia responsabilità personale, causata da abitudini errate, e che le persone affette da questa malattia cronica possano gestirla autonomamente, ma è necessario rivolgersi a un team di più figure sanitarie specializzate che indirizzerà il paziente verso il trattamento più giusto” - ha sottolineato Iris Zani, Presidente dell'associazione Amici obesi Onlus, tra le associazioni promotrici della campagna di sensibilizzazione in corso “Non nasconderti dietro false convinzioni. La verità sul peso” di Novo Nordisk (realizzata nell'ambito di Driving Change in Obesity, programma internazionale volto a migliorare la vita delle persone con obesità). Per la cura e il trattamento dell’obesità non bastano impegno e forza di volontà, ma è necessario rivolgersi a un team di figure sanitarie specializzate che indirizzi il paziente verso il percorso terapeutico più idoneo.

Tra le ultime novità nella cura dell’obesità c’è un farmaco sperimentale - sviluppato dalla Società farmaceutica americana Eli Lilly and Company (Lilly) - ancora in fase di studio clinico (sull’uomo) - che promette di far perdere fino a 20 kg di peso. "L'obesità è una malattia cronica che spesso non riceve lo stesso standard di cura di altre condizioni, nonostante il suo impatto sulla salute fisica, psicologica e metabolica, che può includere un aumento del rischio di ipertensione, malattie cardiache, cancro e diminuzione della sopravvivenza", ha affermato Louis J. Aronne, investigatore dello studio SURMOUNT-1 -. La tirzepatide ha prodotto notevoli riduzioni del peso corporeo, e potrebbe rappresentare un importante passo avanti per aiutare la collaborazione tra paziente e medico nel trattamento di questa complessa malattia”.

Come funziona il farmaco

La tirzepatide (non ancora sul mercato perché in attesa di ulteriori studi clinici) è una iniezione che promuove la perdita di peso agendo come gli ormoni naturali ‘incretine’. Questi ormoni sono prodotti a livello gastrointestinale e abbassano la glicemia dopo aver mangiato, oltre a regolare i processi metabolici legati alla digestione: in sintesi riducono l'appetito. Nel caso della tirzepatide, il farmaco è una combinazione sintetica di due particolari incretine, denominate GLP-1 e GIP. L’ormone GLP-1 è l’ingrediente principale di un altro farmaco, semaglutide, usato da anni negli Stati Uniti e in altri paesi come antidiabetico. Di recente, prove scientifiche hanno dimostrato che il semaglutide a un dosaggio diverso funziona anche come un potente ed efficace soppressore dell’appetito, e per questo nel 2021 è stato approvato dall’FDA come farmaco dimagrante sulla scorta dei risultati descritti come un “punto di svolta” per il trattamento della perdita di peso. Ma, a quanto pare, il nuovo farmaco sperimentale (tirzepatide), grazie all'aggiunta di GIP insieme a GLP-1, potrebbe rappresentare un ulteriore punto di svolta.

Lo studio

Lo studio SURMOUNT è iniziato alla fine del 2019 e ha arruolato oltre 5.000 persone con obesità o sovrappeso in sei studi clinici, quattro dei quali sono studi globali. I risultati di SURMOUNT-2, -3 e -4 sono previsti nel 2023. Attualmente è in corso lo studio SURMOUNT-1, giunto alla fase 3, che studia gli effetti della tirzepatide. Per SURMOUNT-1, i ricercatori hanno arruolato 2.539 partecipanti in sovrappeso o obesi (con una comorbidità correlata al peso ma senza diabete di tipo 2) e li hanno divisi in due gruppi: un gruppo ha ricevuto la tirzepatide e gli altri una soluzione fisiologica (gruppo placebo), una volta a settimana per 72 settimane, insieme al supporto per seguire una dieta ipocalorica e aumentare i livelli di attività fisica. Il primo gruppo, a sua volta, è stato diviso in tre sottogruppi: il primo ha ricevuto 5 mg di farmaco, il secondo 10 mg di farmaco, il terzo 15 mg di farmaco.

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Il farmaco fa perdere oltre il 20% del peso

Tutti e tre i gruppi che hanno ricevuto il farmaco, hanno visto una perdita di peso significativa nel corso dello studio. I partecipanti che hanno ricevuto la dose più alta (15 mg) hanno avuto una riduzione del 22,5% del loro peso corporeo (24 kg), chi ha ricevuto la dose da 10 mg ha avuto una riduzione di peso del 21,4% (22 kg ) e chi ha avuto la dose di 5 mg ha avuto una riduzione di peso del 16% (16 kg). In confronto, il gruppo placebo ha perso solo il 2,4% del proprio peso corporeo (2 kg). 

"La tirzepatide è il primo farmaco sperimentale, in assoluto, a ridurre in media oltre il 20% di peso in uno studio di fase 3",  ha affermato il medico di ricerca clinica Jeff Emmick, vicepresidente dello sviluppo prodotto di Lilly. 

Possibili reazioni avverse

La somministrazione della tirzepatide sembra dare risultati migliori nella perdita di peso (il 20%) rispetto a semaglutide (il 17%), ma simili a quelli che i pazienti possono aspettarsi dalla chirurgia barbarica (varietà di procedure che consistono nella riduzione del volume dello stomaco attraverso l'asportazione di una parte oppure l'esclusione dal transito del cibo). Per quanto riguarda, invece, il profilo di sicurezza e tollerabilità, le possibili reazioni avverse della tirzepatide sono simili ad altre terapie a base di incretina approvate per il trattamento dell'obesità.  Gli eventi avversi segnalati più comunemente sono stati di natura gastrointestinale e generalmente di gravità da lieve a moderata, che di solito si sono verificati durante il periodo di aumento della dose. 

Per quelli trattati con tirzepatide (rispettivamente 5 mg, 10 mg e 15 mg), nausea (24,6%, 33,3%, 31%), diarrea (18,7%, 21,2%, 23%), vomito (8,3%, 10,7%, 12,2%) e costipazione (16,8%, 17,1%, 11,7%) sono stati sperimentati più frequentemente rispetto al placebo (9,5% (nausea), 7,3% (diarrea), 1,7% (vomito), 5,8% (stitichezza)). Questo farmaco può, quindi, innescare effetti collaterali che peggiorano all'aumentare della dose, tuttavia, un vantaggio dei farmaci per l'obesità è che possono essere interrotti in qualsiasi momento, a differenza di alcune opzioni chirurgiche come la chirurgia bariatrica che cambiano il modo in cui mangi per il resto della vita.   

Accessibilità e costo del farmaco

Se i risultati finali dello studio convinceranno la FDA ad approvare il farmaco per il trattamento dei pazienti obesi, quale sarà il prezzo della tirzepatide? Il faramaco per l'obesità già approvato nel 2019 (il semaglutide) comporta una spesa di oltre 1.300 dollari al mese e pochissimi pazienti possono permetterselo dato il prezzo elevato, soprattutto quando farmaci come questo sono raramente coperti da assicurazione sanitaria. Se la tirzepatide seguirà una strategia di prezzo simile, potrebbe essere un altro caso di farmaco potenzialmente efficace e rivoluzionario nella cura dell’obesità, ma che, putroppo, molte persone non potranno acquistare.

Prospettive future

Al di là del discorso economico, i risultati molto promettenti di questi farmaci suggeriscono che potremmo presto essere in grado di curare l’obesità e frenare l'avanzata di un'epidemia complessa e dannosa che colpisce 800 milioni di persone nel mondo. “Se saremo in grado di realizzare questa promessa e garantire un accesso equo a questa nuova generazione di farmaci per l'obesità, saremo in grado di migliorare la salute di milioni di persone in tutto il mondo”, hanno concluso i ricercatori.

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