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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Turismo, gli italiani tornano negli Usa: "È tempo di riportare gli americani sul Lago di Como”

Nel primo semestre del 2021 sono arrivati in Italia solo 78mila statunitensi

L’allentamento delle restrizioni per i viaggiatori provenienti dall’Italia favorisce le partenze di circa 1,6 milioni di connazionali che nell’anno prima della pandemia - il 2019 - si sono recati in Usa e apre uno scenario positivo anche per un pieno “ritorno” del turismo americano sul Lago di Como

Lo sottolinea Coldiretti Como Lecco in riferimento alla decisione della Casa Bianca di allentare le restrizioni per gli arrivi negli Stati Uniti nei confronti dei viaggiatori provenienti dall’Unione Europea e dalla Gran Bretagna a partire da novembre. Un miglioramento delle relazioni che spinge anche il ritorno dei 4,4 milioni di turisti americani in Italia nell’anno prima della pandemia.

Nel primo semestre del 2021 sono stati appena 78mila gli statunitensi in Italia dopo che lo scorso anno – sottolinea la Coldiretti – si era già registrato un drastico taglio dell’88% dei viaggiatori Usa in Italia per effetto della pandemia. L’arrivo dei turisti a stelle e strisce è particolarmente importante perché hanno un budget elevato con una spesa che è pari al 12% del totale della spesa dei cittadini stranieri in arrivo nella Penisola durante l’anno.

Tra le mete privilegiate vi è certamente il Lago di Como (popolarissimo negli States anche grazie ai numerosi assist di George Clooney, che ha scelto Laglio come sua dimora nel Bel Paese) e gli americani prestano anche particolare attenzione alla qualità dell’alimentazione per la quale destinano una quota elevata della spesa durante la vacanza come dimostra la grande attenzione agli agriturismi italiani dove la presenza di ospiti esteri, proprio a partire dagli statunitensi, arriva a pesare fino al 60% del totale.

Quello tra il Lario e il turismo mondiale è sempre un binomio di successo, pesantemente “stoppato” nel 2020 a causa della pandemia che ha tagliato drasticamente gli arrivi: “Con il progressivo superamento delle restrizioni dovute alla pandemia, dobbiamo tornare a valorizzare un fattore strategico che era entrato in gioco sullo scenario turistico negli anni immediatamente precedenti all’emergenza Covid, ovvero il cibo a filiera corta” evidenzia il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi“Un “made in Italy” agroalimentare che, sul lago di Como, incontra visitatori da tutto il mondo e  che diviene elemento centrale nelle recensioni che i visitatori fanno della loro vacanza”.

Le impressioni riportate dai turisti di tutto il mondo, ancora a inizio 2020 confermavano un’altissima media reputazionale delle strutture lariane: l’indice di gradimento espresso dai turisti stranieri nelle proprie recensioni era pari all’89% nel Comasco e addirittura al 90,4% nel Lecchese (dati TTT 2019). Una media altissima, che per il territorio lecchese risulta addirittura la più alta a livello regionale. Ospiti stregati dal “buono” da mangiare, oltrechè dal “bello” da vedere e da vivere: il cibo, infatti, gioca un ruolo sempre più centrale nelle scelte di una meta dove trascorrere le vacanze.

Non solo: sempre più visitatori scelgono l’agriturismo come elemento di contatto tra natura, cibo e territorio: nell’anno precedente l’inizio della pandemia, il 2019, le strutture collegate alle imprese agricole che offrono ristorazione ed ospitalità avevano registrato arrivi dai quattro angoli del pianeta: dai finlandesi agli israeliani; ma non sono mancati visitatori dalla Malesia, dagli Emirati Arabi Uniti, dal Canada, dalla Repubblica Ceka o dalla Russia.

In generale, le voci “accoglienza” e “cibo” sono quelle più gettonate per gli agriturismi, mentre a livello descrittivo, i recensori non mancano di rimarcare le bellezze ambientali e rurali, oltre alla quiete che distingue queste strutture immerse nella natura delle nostre alture e campagne.

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