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Giovedì, 21 Settembre 2023
Attualità

Lago di Como, il turismo dei selfie manda il territorio sull'orlo del collasso

Il ritratto che il quotidiano 'La Stampa' offre del turismo sul Lago sta facendo discutere tutta Italia

Il Lago di Como ogni estate fa parlare di sé. Non solo per i borghi meravigliosi, le passeggiate, le ville e i panorami indimenticabili ma ultimamente è  sotto una lente d'ingrandimento tenuta in mano dal fenomeno influencer e che evidenzia tutti i problemi di cui su queste pagine abbiamo spesso parlato ma che ora, per l'enorme flusso di turisti, sembrano peggiorati. È un cane che si morde la coda: le personalità più importanti del mondo dello spettacolo, dello sport e della politica mostrano le loro foto in varie località del lago che diventa emblema di lusso, bellezza e ricchezza e oggetto dei desideri dei "comuni mortali". Tutti vogliono vedere questi luoghi meravigliosi e così, oltre al normale flusso turistico, si aggiunge l'esercito dei selfie. Turisti che da tutto il mondo vogliono ammirare il Como Lake. E lo vogliono fare in un giorno, con le guide disperate che cercano di spiegare che le attrazioni (parliamo di scorci particolari o ville dei vip o luoghi dove i famosi si sono scattati delle foto) non sono tutte vicine e che il raggio d'azione è davvero ampio, circa 160 km. Questo è emerso da uno spietato reportage del giornalista Francesco Moscatelli del quotidiano la Stampa che ha iniziato a scoperchiare il vaso di Pandora. Il titolo "Sulle tracce di Clooney e Ferragnez gli influencer “affogano” di turisti il lago di Como" non lascia ben sperare. 

Lamentele per le code, per i prezzi al ristorante, e le polemiche di chi aveva prenotato un tour del #LakeComo pensando si potesse girare tutto a piedi e mostrando a supporto della loro teoria “il profilo Instagram di una influencer sudamericana che aveva scattato foto in vari punti del lago, senza però precisare che si trattava di luoghi distanti uno dall’altro“. 

Oltre a La Stampa tanti altri si sono occupati del turismo di massa sul Lago di Como e non in termini particolarmente lusinghieri: il Corriere della Sera, Repubblica, e anche il Tg3 Lombardia. Prima ancora di loro Panorama che già a maggio aveva previsto il problema dell'overtourism. 

Andrebbe spiegato che il #LakeComo, inteso come luogo instaggrammabile da visitare in giornata, non esiste. Andrebbe spiegato che i tanto amati e invidiati vip si spostano sui loro motoscafi ed è quasi impossibile vederli o quantomeno poterlo programmare a modi escursione. Si sta perdendo il senso del bello e delle delizia che da sempre impregna il territorio. 

Code di ore per un gelato a Bellagio, parcheggi selvaggi, code per i battelli, code per i ristoranti. I comaschi, come sempre, si dividono: chi vive di turismo si lecca i baffi, i residenti sono esasperati e sperano che il lago torni ad essere quel posto esclusivo e tranquillo che era. C'è chi pensa che contingentare i turisti potrebbe essere una soluzione e chi, come il sindaco di Pognana Lario intervenuto nel reportage della Stampa, spera che i borghi non vengano snaturati e che si ponga sempre attenzione al rapporto turisti-residenti ma il turismo, dice "porta lavoro e sviluppo, è un bene anche se presenta qualche inconveniente".

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