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Sulutumana live, emozioni a 33 giri e tanta bellezza

Il Teatro Sociale di Como ha esaltato la musica di una superba band

Qualche giorno fa ho avuto ospiti i Sulutumana al primo appuntamento della rassegna Strade Rosse. La presenza di Gianbattista Galli, Nadir Giori e Francesco Andreotti - che hanno offerto superbe versioni unplugged di Sei minuti all'alba, Sfiorisci bel fiore e Parlare coi limoni - ha offerto all'evento, dedicato a Enzo Jannacci, quel calore di cui sono capaci solo gli artisti sinceri. Ma la serata era anche un buon momento per ricordare che qualche giorno dopo i Sulutumana avrebbero suonato al Teatro Sociale di Como.

Quel concerto, occasione per presentare la versione in vinile (e che versione!), si è consumato ieri sera davanti al pubblico delle grandi occasioni. Chi scrive conosce i Sulutumana da molti anni e ne ha sempre seguito il percorso con grande affetto ma anche con un occhio critico, rivolto più ai dettagli che ai contenuti. Fin troppo discreti nel promuovere la loro musica, i Sulutumana scrivono grandi canzoni e le cantano ancora meglio, come hanno fatto ieri sera al Sociale dove hanno trattenuto il pubblico per oltre due ore con le affettuose braccia di una scaletta composta da 24 brani. 

Iniziamo da Gianbattista Galli. Di lui occorre sottolineare inanzitutto due cose: ha una voce bellissima ed è sempre mostruosamente intonato. Due doti non sempre scontate di questi tempi così stonati, alle quali si aggiunge una naturale propensione per la dimensione live. Senza mai strafare, arriva al cuore. Perchè è semplicemente bravo e perché le canzoni dei Sulutumana non sono mai banali nel loro cantare la vita, l'amore e ciò che ci sfugge. Il non mestiere dei Sultumana, quello che si sono inventati per sfuggire a un mestiere vero - come dicono loro -  è un lavoro di cui tutti abbiamo bisogno per vivere meglio. Il loro non mestiere è ricco di mestiere, e lo si è visto ieri quando hanno diffuso in concerto le loro emozioni a 33 giri.  

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Da perfezionisti dei dettagli quali sono, non hanno sbagliato nulla: Nadir Giori è un capobanda straordinario a dettare i tempi su ogni brano: il suo basso e il suo contrabbasso, guidati con la solita padronanza, scavano note che danno profondità a tutti gli strumenti; Francesco Andreotti, pianoforte e tastiere, è invece il tocco dell'equilibrio, il fine tappeto sonoro sui cui si poggia anche la chitarra di Beppe Pini, mai lezioso nemmeno con l'elettrica. Se Angelo Galli “Pich” è colore e gioia, Marco Castiglioni è il battito di un cuore in salute, preciso e mai in affanno. Virtuosa poi la seconda fisarmonica di Flaviano Braga, così come la voce ai cori di Francesca Arrigoni, due elementi a "sorpresa" che hanno contribuito a rendere ancora più speciale la serata.

Su tutto, però, cè la forza espressiva della loro musica. Inutile dire, ma sento ancora il dovere e l'urgenza di farlo, che i Sulutumana scrivono canzoni, e non da oggi, che sono tra le più belle che il cantautorato italiano sia in grado di offrire. Il loro ultimo singolo, Enigma, riproposto in concerto con tutto il vigore del caso (online oggi troverete il video su youtube) è solo l'ultima energica pennellata di uno splendido quadro a cui il Sociale ha offerto ieri la cornice perfetta. Brani come Dimmi, La danza, Il temporale, Così van le cose, solo per citarne alcuni, raccontano un percorso che vive oggi l'apice della sua maturità artistica. La loro musica è un prendersi per mano e non lasciarsi mai. La loro musica è bellezza e ieri ne abbiamo vista (e sentita) molta. 

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