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Martedì, 16 Aprile 2024
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Ristoranti nel mirino dei no vax: se chiedono Green Pass recensione negativa

Scontro sociale per l'esibizione del certificato verde specie nei ristoranti al chiuso: su Telegram un gruppo che sta mappando tutti i ristoranti

È Telegram il mezzo con cui molti no vax comunicano e da quando ieri, 6 agosto, è entrato in vigore l'utilizzo del green pass per alcune attività, si sono scatenati in tutte le città italiane, Como compresa. Il gruppo conta oltre 30.000 utenti in tutta Italia e diffonde i nomi delle attività che semplicemente seguono la legge e invita tutti a "penalizzarli" con recensioni negative.

I problemi che creano questa sorta di "scontro sociale" sono due. In primis i ristoratori si trovano a dover ricoprire l'antipatico ruolo del controllore "sceriffo": non basta più prendere il nome e il telefono di chi vuole pranzare o cenare al chiuso, non basta rilevare la temperatura, bisogna anche controllare il green pass.

Oltre al tempo necessario per queste pratiche e al personale impegnato in mansioni che non sono di sua specifica competenza, si crea anche, tra alcuni clienti e i ristoratori una certa tensione. Per esempio in questi giorni di tempo incerto cosa accadrebbe se piovesse improvvisamente e chi è seduto all'aperto, magari senza green pass, volesse ripararsi al chiuso? E cosa succede a tutte quelle persone che, come Luigia e Alberto che ci hanno mandato le loro segnalazioni, nonostante abbiano tutti i requisiti per avere il green pass per motivi informatici e problemi del sistema non riescono a scaricarlo? 

Interpellando alcuni ristoratori di Como e provincia, che al momento preferiscono mantenere l'anonimato, si evince che alcuni di loro non sono contenti di fare gli sceriffi ma, ricordiamolo, sono i primi a rischiare multe salate. E certamente è meglio questo che la chiusura dei locali. Rimane il fatto, grave, che i no vax tramite recensioni negative stanno cercando di boicottare chi chiede il green pass. Milano, Lecce, Palermo e altre grosse città sono già vittime di questo ma come riportato anche su Il Corriere della Sera, "il piano di attacco è identico in tutte le regioni e città d’Italia: aggressione via social direttamente sui profili del ristorante e denigrazione sui siti specializzati attraverso recensioni tanto negative quanto farlocche".

C'è anche una mappa, come segnalato su Open, che gira su Telegram  (e sulla pagina Facebook Io Apro) che si chiama Aperti e Liberi dove sono indicati tutti i ristoranti, pub e bar dove non viene chiesto il certificato verde e ci sono anche attività comasche. 

Insomma, il Green Pass ha debuttato ieri ma sembra che i problemi legati al suo utilizzo siano tanti e che si riversino, ancora una volta su chi vuole solo lavorare: i ristoratori.

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