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Qualità della vita: la provincia di Como retrocede al 40° posto

Indagine Sole 24 Ore: perse sei posizioni. Le note dolenti: aria, sicurezza e lavoro

Una situazione praticamente immutata rispetto al lungo periodo, ma invece decisamente peggiorata rispetto ai tempi recenti. Se la provincia di Como oggi è al 40esimo posto della classifica del Sole24Ore che prende in considerazione la qualità della vita nelle province italiane, nel 1990 - data che i ricercatori stessi propongono come specchio per farsi un'idea della timeline di una località - la posizione era la 41. Verrebbe quindi da pensare che a Como ci sia stata una sostanziale immobilità, ma così non è. Se infatti si guardano i dati degli ultimi anni, si vede come la provincia dal 2017 a oggi abbia perso parecchie posizioni. Sembra quindi che per i comaschi si stia concludendo un triennio difficile: nel 2017 infatti eravamo i 32esimi nella graduatoria, 4 posizioni le abbiamo perse l'anno dopo e 4 ancora quest'anno.

Ma quali sono i settori più critici sul Lario e quali invece i punti di forza?

Demografia e società

Molto bene. In questo ambito portiamo a casa la posizione più alta, fermandoci sul 26esimo gradino. L’aspettativa di vita aumenta, il tasso di natalità va meglio che in tante altre province italiane e infarto e tumore uccidono meno che altrove.

Servizi e ambiente

Bene. La nostra provincia è al 31esimo posto nel settore dei servizi e dell’ambiente. In questo ambito, fra le sotto categorie, a premiare è senza dubbio la sanità che ci fa ottenere addirittura un quarto posto, grazie all’abitudine dei comaschi di farsi curare nelle strutture lombarde, e un nono posto per lo scarso utilizzo di alcune categorie di farmaci. Malissimo invece l’indice generale del clima che ci pone addirittura al 99esimo posto e molto male anche la qulità dell'aria, in particolare per la presenza di PM10, tanto smog, insomma.

Giustizia e sicurezza

Bene. 31esimi anche per quanto riguarda giustizia e sicurezza. Litighiamo poco e non subiamo truffe informatiche, in compenso però furti, denunce per violenze sessuali e incidenti stradali ci mandano ko.  

Ricchezza e consumi

Malino. Da qui in poi iniziano le grane: per ricchezza e consumi siamo al 41esimo posto. Il grande neo sono i mutui e a seguire gli affitti. A metterci un po’ al riparo sono la strettissima forbice tra richiesta e offerta nel settore immobiliare, l’alta spesa delle famiglie per i beni durevoli e l’ammontare dei conti in banca.

Affari e di lavoro

Male. Nel cuore dell’opulento nord-ovest, siamo soltanto al 52esimo posto se si parla di affari e lavoro. Non ci sono tanti disoccupati ma in compenso imprese e start-up scarseggiano e quando ci sono non fanno rete tra loro. In più, altro grande neo rispetto alla media italiana, la banda larga stenda a diffondersi.

Cultura e tempo libero

Malissimo. La provincia di Como è soltanto 62esima per quanto riguarda cultura e tempo libero. Librerie e cinema sono pochissimi e, forse non vi sembrerà possibile, ma neanche i bar stanno meglio. Poche mostre, pochissimi concerti. Eppure sembra che a Como e dintorni ci siano un sacco di posti letto nelle strutture ricettive e mediamente di buon livello. Vanno invece meglio gli sport e la natura con picchi nelle attività dedicate ai bambini.

Sala ritira premio QDV-2

Come vanno le altre città lombarde

Partiamo da Milano che si piazza addirittura prima in classifica, confermando i dati dell'anno passato, mentre nel 2017 era soltanto ottava. Le 3 cugine confinanti ci superano tutte, Monza in particolare di parecchio piazzandosi al sesto posto, Lecco è al 30esimo, Varese al 29esimo. E subito prima di lei c'è Bergamo, Brescia è addirittura 12esima. Meglio di noi anche Lodi e Cremona, se la cavano invece piuttosto male Mantova e Pavia, piazzandosi rispettivamente al 48esimo al 60esimo posto. Stupisce Sondrio che in un anno perde 30 posizioni e si piazza soltanto alla 46esima.

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