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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Annata disastrosa per il miele lariano: quasi azzerata la produzione della varietà acacia

Timori per l’arrivo dei mesi freddi, che potrebbero dare il colpo di grazia alle api già stremate

Stagione 2019 da dimenticare per il miele lariano. Situazione critica comune a tutta la penisola, ma particolarmente grave nelle due province di Como e Lecco che vedono praticamente azzerata la produzione della varietà acacia (le perdite medie superano il 90%) e che registrano flessioni a due cifre per tutte le altre varietà, ad eccezione di tiglio e fiori alpini, mieli però "prodotti in altura - commenta la Coldiretti lariana -, i cui quantitativi non sono sufficienti, nemmeno lontanamente, a mitigare la situazione”.

Alle perdite per il mancato raccolto, denuncia ancora Coldiretti, si devono poi aggiungere i costi sostenuti (e ancora da sostenere) per tenere in vita gli insetti, alimentandoli artificialmente con gli appositi sciroppi. Le api sono giunte stremate alla fine dell’estate e della stagione produttiva. La priorità ora, per gli apicoltori, è salvare gli alveari.

Secondo Coldiretti, la causa di questo anno nero è riconducibile al clima, in particolare alle piogge, che hanno rovinato le prime fioriture, e alla successiva alternanza di eventi estremi, fra grandinate, trombe d’aria, nubifragi, vento e ondate di calore.
“L’annata 2019 sta prospettandosi per il territorio della provincia di Como e Lecco come la più critica e problematica di sempre a causa dell’andamento climatico anomalo - commenta il presidente della Coldiretti lariana Fortunato Trezzi -. Le api non hanno avuto la possibilità di raccogliere il nettare e il poco miele che sono riuscite a produrre lo hanno mangiato per sopravvivere".

E mentre la produzione locale risulta decimata, le importazioni crescono. A livello nazionale, gli arrivi di miele estero sono stimati in 9,7 milioni di chili per i primi cinque mesi del 2019 (secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat), circa la metà provenienti dall’Ungheria e quasi il 10% dalla Cina.
Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, Coldiretti consiglia di verificare con attenzione l’origine in etichetta, oppure di rivolgersi direttamente ai produttori locali.

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