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Patrizia Maesani, su Porta Torre: "Impacchettiamo tutto per coprire le nostre vergogne"

Non tardano ad arrivare le reazioni dopo le soluzioni paventate dal Comune di Como

La notizia è ancora calda ma non tardano ad arrivare le prime rabbiose reazioni. Particolarmente articolata, quella di Patrizia Maesani, ex consigliere comunale. In attesa di altre prese di posizione o di eventuali nuove promesse elettorali sulla vicenda delle torri della città murata - innescata dall'ultima caduta di sassi a Porta Torre e sull'ipotesi di impacchetamento o cinturamento - di cui vi daremo conto in questo articolo, riprendiamo lo sfogo di Maesani, intitolato "Impacchettiamo tutto, almeno così copriremo le nostre vergogne". Maesani la prende larga, partendo dall'Emila Romagna" per poi ricostruire la vicenda comasca partendo dagli anni '90.

L'esempio Ferrara

"Ferrara, amena cittadina agricola della bassa. Negli anni 80 le mura di Ferrara, lesionate durante la seconda guerra mondiale - ricorda Maesani - furono oggetto di una felice e radicale opera di restauro conservativo grazie ai fondi del Ministero della Cultura. Nel 2020 è partito un nuovo intervento denominato "un chilometro di mura all'anno" che prevede un ulteriore intervento pianificato per mantenere i risultati ottenuti con il restauro degli anni 80". 

La questione Como

"Como, aspirante capitale del bello, del green, dello smart e della luce (e chi più ne ha più ne metta) - scrive Maesani - che poi ricostruisce cronologicamente in quattro punti la vicenda: 

a. 1999 l'amministrazione Botta fece una radicale pulizia e messa in sicurezza delle Mura e delle Torri, con ciò intendendo rimozione della vegetazione, consolidamento del materiale lapideo precario. Fece elaborare un progetto dall'ufficio tecnico, quando l'ufficio tecnico ancora progettava a pieno regime, progetto che venne peraltro visionato ed approvato dalla soprintendenza.

b. 2002 l'amministrazione Bruni, ereditò il progetto senza attuarlo ed anni dopo portò a casa euro 200.000 da Fondazione Cariplo che non spese e non fece la benchè minima opera di pulizia delle torri e delle mura

c. 2017 l'amministrazione Lucini fece la stessa cosa, un fico secco, e quando si vide recapitare la lettera di revoca della Fondazione Cariplo, per bocca dell'assessore alla partita dichiarò "Purtroppo è così – dice Gerosa – Non nascondo che quando è arrivata la lettera persino io ho temuto che riguardasse Villa Olmo. In realtà il ritiro dei 200mila euro concessi è legato all’iniziativa sulle mura e sulle torri. La revoca del finanziamento – aggiunge l’assessore – è dovuto al fatto che il progetto non è mai stato avviato dagli uffici in tutti questi anni. Non nascondo che l’arrabbiatura è forte”.

d. 2020-2022 l'amministrazione Landriscina, per non smentire la tradizione dei predecessori, nulla fece, anzi no, mise delle transenne e due nastri di cantiere per monitorare! Monitorare cosa? La vegetazione ormai trasformata in foresta pensile.?!".

Il nuovo crollo

"Oggi, davanti all'ennesimo crollo, l'assessore alla partita - aggiunge Maesani - incolpa lo sbalzo termico stagionale (rammento che gli ultimi inverni sono stati miti e, se la tesi dell'assessore fosse vera, le mura non sarebbero sopravvissute a Garibaldi) . Assessore hai mai sentito parlare di radici di edera in grado di spaccare le pietre? Evidentemente no, è più di di tendenza incolpare il meteo nella tradizione italica "Piove, governo ladro" .

Non pago, l'assessore propone di "incamiciare mura e torri".

"Assessore - incalza Maesani - peccato che Christo (l'artista che impacchettò monumenti in tutta Europa, dal Pont Neuf a Parigi al Reichstag di Berlino) sia morto. Peccato, avremmo potuto proporgli di impacchettare tutta Como, in primis Palazzo Cernezzi e tutti i suoi lunari abitanti. Capire che si deve rimuovere la vegetazione e mettere in sicurezza no? Capire che tutte le opere antiche necessitano di costante, competente e attenta manutenzione? Piccola chiosa, Asilo Sant'Elia.Capire che prima di rompere le palle ai cittadini e prima di spendere soldi, sempre dei cittadini, per inutili monumenti (vedi il capolavoro messo lì sulla diga) è doveroso mantenere, restaurare quelli che già ci sono,. Capire tutto ciò è concetto così difficile? Gli assessori alla partita possono arrabbiarsi ma prima di farlo con gli uffici si incazzino con se stessi, con la loro inerzia e con la loro abissale ignoranza in merito a ciò che contengono i cassetti comunali (tradotto: cassetti zeppi di progetti, peraltro eseguiti da fior di tecnici)". 

"E pensare - chiosa Patrizia Maesani - che nell'altra campagna elettorale tutti parlavano di sicurezza. Ebbene aspettiamo fiduciosi altre idee geniali per le torri e le mura, la campagna elettorale è aperta e di gente fuori dalla realtà Como è ben popolata". 

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