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Giovedì, 25 Aprile 2024
Attualità

Lungolago di Como, il muro del silenzio

Gli architetti stroncano la nuova passeggiata

Per primi ci siamo occupati del nuovo profilo che stava assumendo il lungolago di Como a seguito dei lavori per le paratie e di come stesse cambiando anche la scalinata di piazza Cavour allungandosi verso il lago. 

Ora che la nuova passeggiata prende definitivamente forma, non mancano le prime stroncature illustri. Tra queste quelle dell'architetto e fotografo Lorenza Ceruti, sempre attenta, con il suo occhio critico, alle questioni estetiche che riguardano la città. E in effetti non si può certo dire che quel "muro finto", alla luce di anni di attesa, quasi tre lustri, sia esattamente un'opera d'arte. Vero è che dopo tanto tempo la parola d'ordine più gettonata sulle paratie è ancora la stessa: "basta che le finiscano". Tuttavia le riflessioni di Lorenza Ceruti, pubblicate sulla sua pagina Facebook, non possono passare certo inosservate. Le riproponiamo anche qui.

Silenzio in città

C'è silenzio in città... un SILENZIO assordante! E non si capisce se è il silenzio dell'impotenza...il silenzio della rassegnazione....oppure il silenzio del menefreghismo!!! Questo non è uno dei tanti "quasi cadaveri" che ci si trascina da anni (vd Ticosa, San Martino, politeama ecc ecc ecc).

Questo è stato costruito EX NOVO...così!!!! 15 anni per "cavare" questo. Senza proferire parola!

Silenzio in città!

Ps a Banzai...i muri...sono più belli!!!!

Nella foto compare "lo stridere" della tanto osannata vocazione di Como a città turistica e quello che si è riuscito a fare!!! Ma cosa gli si fa vedere ai turisti al lago ...il muro di banzai?!?!E tralascio l'altra "vocazione" quella del turismo VIP.

Ps io non sono in campagna elettorale. Giro solo...per la città

Glaciale il commento al post di un altro noto architetto comasco, Attilio Terragni: "Orrende". Sulla stessa onda, l'architetto Ado Franchini: "Non esiste un progetto, sono opere edili affidate alla Regione Lombardia perché il Comune non è in grado di gestirle.Il risultato non può che essere questo. E le conseguenze si vedono all’altro capo del lungolago".

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